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Sud/Nord Notizie: Africa, cooperazione, Congo RD, Indonesia

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I conti non tornano

Africa / 1: passo lento. "Nonostante le promesse, la povertà non è stata vinta, né la fame sconfitta. Gli obiettivi del millennio per sradicare la povertà nel mondo entro il 2015 sono buoni, ma il passo è troppo lento". Tra i tanti, lo ha affermato mons. Silota, vescovo di Chimoio in Mozambico. Fame, povertà e istruzione rimangono le grandi sfide da affrontare. I giovani africani non hanno ancora le competenze tecniche necessarie per puntare al vero sviluppo.

• Africa / 2: farmaci contraffatti. Circa 700mila persone muoiono ogni anno a causa di farmaci contraffatti contro la malaria e la tubercolosi. L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ritiene che fino al 30% dei farmaci immessi sul mercato nei Paesi africani siano contraffatti, mentre quasi la metà dei farmaci venduti in Angola, Burundi e Congo è di qualità scadente. I medicinali contraffatti sono privi del principio attivo chiave o possono essere composti da sostanze pericolose.

• Cooperazione in crisi. Dimenticare la cooperazione allo sviluppo significa dimenticare la pace. È la reazione più diffusa alla presentazione della legge finanziaria che prevede nel 2011 tagli significativi (circa il 45% rispetto al 2010) a fondi pubblici già esigui. Se gestita bene e finanziata in modo adeguato, la cooperazione internazionale può favorire la crescita economico-sociale ed essere fattore di stabilità. La tendenza consolidata, invece, è quella di preferire discutibili accordi commerciali al mantenimento degli impegni pregressi. La stessa finanziaria, se non ci saranno novità al Senato, prevede il taglio del 75% ai proventi del 5 per mille che i cittadini autorizzano sulla loro dichiarazione dei redditi. In questo modo saranno penalizzate tante realtà di volontariato.

Senza controllo

• Congo RD: troppe violenze. Anche l'Onu si è accorta di una situazione che i missionari e la chiesa denunciano da tempo: tra luglio e agosto 2010 cinquecento persone hanno subito violenza nella regione del Kivu. La missione delle Nazioni Unite in Congo non è ben vista dalla popolazione locale, perché considerata una copertura degli interessi stranieri. Non è riuscita a evitare i crimini e ha ammesso che dovrebbe vigilare meglio.

Intanto, sempre l'Onu ha pubblicato i dati sulle violazioni dei diritti umani avvenute tra il 1993 e il 2003. Il documento è un passo avanti per arrivare alla verità su quegli anni e il primo atto per una vera pacificazione della regione.

• Congo RD / 2: la marcia delle donne. A Bukavu, domenica 17 ottobre, si è svolta la marcia mondiale delle donne. In migliaia hanno sfilato contro gli stupri compiuti dai gruppi armati della regione. La saveriana Teresina Caffi ha spiegato: "Le donne dell'est Congo sono un obiettivo della guerra da 20 anni; l'uso sistematico della violenza sessuale distrugge psicologicamente la popolazione femminile e annienta l'umanità delle persone". Le saveriane forniscono assistenza e sostegno materiale alle donne vittime di violenza, mentre spesso alcune Ong hanno fatto dell'aiuto un fondo di commercio. "Le donne congolesi sono stanche di conferenze sulle violenze da loro subite; vogliono sapere chi sono i responsabili della strategia degli stupri di guerra".

• Indonesia: isole martoriate. Più di 500 morti, centinaia di sfollati e migliaia di senzatetto è il tragico bilancio dello tsunami che a fine ottobre ha messo sottosopra le isole indonesiane delle Mentawai. Come se non bastasse, la concomitante eruzione del vulcano Merapi ha costretto alla fuga quasi 300mila abitanti dell'isola di Giava. In questi luoghi da molti anni lavorano anche i saveriani. A Yogyakarta, un gruppo di 31 orfani con 5 suore, fuggiti dalla furia del vulcano, hanno trovato ospitalità nella casa dei saveriani.

Il superiore p. Fernando Abis, ha scritto: "I saveriani a Siberut e Sikabaluan, i sacerdoti e le suore a Sipora e a Sikakap hanno subito reagito allo shock dell'ennesimo terremoto, soccorrendo la popolazione". "Nella nostra comunità - sottolinea il saveriano p. Antonius, parroco di Siberut - convivono fedi diverse: preghiamo insieme per le vittime, soprattutto cristiane nelle Mentawai, per lo più musulmane a Giava".



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