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Cari lettori, vari amici ci hanno scritto, lamentandosi dei ritardi con cui arriva “Missionari Saveriani”. Pur con tutti i nostri limiti e difficoltà, ci sforziamo di essere i più puntuali possibile con le consegne del materiale ai fornitori (Tipografia in primis). E dobbiamo dire che in linea di massima ci riusciamo. Purtroppo, in questi ultimi mesi chi ci tradisce sono le Poste Italiane, da noi profumatamente pagate per un servizio spesso non all’altezza.

È notizia delle settimane di dicembre che, avvicinandosi il Natale e il nuovo anno, Poste Italiane ha privilegiato altre consegne, in base ai contratti stipulati con aziende che si occupano soprattutto di commercio “on line”. Oltre a questo, in diverse regioni la consegna della posta avviene “a giorni alterni” (due, tre volte la settimana). In tal modo i centri di smistamento postali vanno “in tilt”, con accumuli di lettere, raccomandate, pacchi e stampe in giacenza. Come se non bastasse, c’è anche la riduzione delle zone di recapito e del numero dei portalettere, costretti a turni doppi, ma nelle stesse ore di prima. Ciò significa che la consegna spesso avviene in modo affrettato, con la posta lasciata fuori dalle tradizionali cassette.

Anche altre riviste (ben più prestigiose della nostra) stanno soffrendo questi imperdonabili disagi e ritardi. Ci auguriamo che, con il nuovo anno e la fine del periodo natalizio, il problema si risolva. Certo è che voi rischiate di leggere gli auguri di Natale a Carnevale e quelli di buon anno in Quaresima!

Del resto, non possiamo affidarci ad agenzie di posta private per una consegna efficace del nostro giornale, poiché la capillarità non è garantita e i costi sono ancora troppo elevati. Infine, ricordiamo che il consumatore può sempre tutelarsi presentando un reclamo formale a Poste Italiane. Basta rivolgersi direttamente agli uffici o attraverso il sito internet.

Qualcuno ci dice che ormai il cartaceo è superato e che tutto potrebbe essere sostituito dall’online. Non siamo così d’accordo. Internet è una grande invenzione, ma non arriva a tutti e il cartaceo, almeno, ha ancora quella forza “disturbatrice” e “conscientizzatrice”.

Per informare e formare le coscienze (andando oltre la superficialità dello spot) è ancora indispensabile. Inoltre esso invita ad aprire, sfogliare, a tenere in mano qualcosa di materiale.

Intanto, anche noi, come Istituti missionari ci tuteleremo e metteremo all’ordine del giorno questo primo punto nei prossimi incontri della Fesmi (Federazione stampa missionaria). Certo, non sempre si ottiene molto quando ci si scontra con certi “colossi”, ma, come si dice, “l’unione fa la forza”.

Auguri a tutti per un felice 2017!



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