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Quelle voci… fuori campo!

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p.6 Congo repressioniCongo RD: repressioni. La Conferenza Istituti Missionari in Italia (CIMI) ha emanato un comunicato sull’attuale situazione in Congo RD. “Il Paese sta attualmente attraversando una profonda crisi socio politica, causata dalla mancata organizzazione delle elezioni presidenziali nel 2016. Il Comitato Laico di Coordinamento (CLC), un gruppo di cattolici ufficialmente riconosciuto dall’arcidiocesi di Kinshasa, ha organizzato (31 dicembre 2017 e 21 gennaio 2018) due manifestazioni pacifiche per chiedere che il presidente Kabila non si ripresenti come candidato alle prossime elezioni presidenziali e la piena attuazione dell’accordo del 31 dicembre 2016.
Le due manifestazioni sono state brutalmente represse dalle forze dell’ordine, causando vittime e arresti illegali. La CIMI, oltre a condannare la violenza, esorta la comunità cristiana italiana ad accompagnare il popolo congolese nel suo tormentato cammino verso la democratizzazione del Paese, attraverso l’effettiva organizzazione di elezioni democratiche, trasparenti, credibili e pacifiche, entro fine anno.

I missionari uccisi nel 2017. Nel 2017 sono stati uccisi nel mondo 23 missionari: 13 presbiteri, 1 religioso, 1 religiosa, 8 laici. Per l’ottavo anno consecutivo, il numero più elevato di vittime si registra in America. L’elenco di Fides, ormai da tempo, non riguarda solo i missionari in senso stretto, ma tutti gli operatori pastorali morti in modo violento, non espressamente “in odio alla fede”. Si tratta solo della punta dell’iceberg, in quanto è sicuramente più lungo l’elenco degli operatori pastorali aggrediti. E vanno aggiunti coloro di cui forse non si avrà mai notizia.

p.6 Liberia WeahLiberia: speranze di cambiare. “I giovani hanno voluto un cambiamento e per questo hanno votato Weah, ma le speranze per un miglioramento a breve termine sono scarse, perché l’economia nazionale è a pezzi”, dice suor Barbara Brillant, religiosa delle Francescane. “Conterà molto la squadra dei suoi collaboratori, chiamati a prendere le decisioni; l’augurio è che Weah ispiri proprio la gioventù a impegnarsi per cambiare la situazione”.

Brasile: governo nemico degli indigeni. Il Consiglio Indigenista Missionario (CIMI), organismo della Conferenza Episcopale brasiliana, ha definito “deplorevole, depredatrice e devastante per i territori” la politica nazionale sulla questione indigena. “Temer intende migliorare i redditi del mercato e favorire i settori dell'economia che vedono nella terra e nell'ambiente esclusivamente potenzialità lucrative, opponendosi a qualsiasi iniziativa di protezione e preservazione delle risorse naturali. E chi s’impegna per i diritti indigeni soffre rappresaglie politiche e legali”.
Il cardinale Claudio Hummes e mons. Erwin Krautler hanno parlato di un’Amazzonia, divenuta “moneta di scambio nelle trame politiche di rappresentanti pubblici immersi nella corruzione, con un costo di sofferenze collettive pagato dalle popolazioni che resistono alla distruzione della nostra casa comune”.

Il report di MSF sui rifugiati in Italia. Bloccati alle frontiere, negli spazi aperti e negli edifici occupati delle città, nei ghetti delle aree rurali, senza accesso ai beni essenziali e alle cure mediche di base, spesso costretti a condizioni di vita durissime. Vivono così circa 10mila richiedenti asilo e rifugiati che, pur essendo regolarmente presenti sul territorio italiano, si trovano al di fuori di un sistema di accoglienza ancora ampiamente inadeguato. Lo denuncia la seconda edizione del rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF) Fuori campo, frutto di un lavoro di monitoraggio compiuto nel 2016-2017.
Nel 2016 e nel 2017, MSF ha rafforzato il proprio impegno a supporto dei migranti in varie forme: primo soccorso psicologico per le popolazioni in transito, intervento sulla salute della donna, programmi di orientamento socio-sanitario, distribuzione di generi di prima necessità.

L’opinione

p.6 Niger cartinaNiger: quale missione? Cosa possono fare in Niger gli italiani che già non facciano i francesi e gli americani? La verità è che c’è una “guerra di posizionamento”, in una regione chiave del mondo in termini di crescita e sviluppo. Lo affermano alcuni attivisti che conoscono bene la situazione sul territorio e anche i giornalisti nigerini si chiedono quali siano i veri obiettivi della missione. Pochi credono che il motivo dell'intervento abbia davvero a che fare con la sicurezza. Può avere un peso la vicinanza al Mali, un paese dal 2012 ostaggio di conflitti e violenze. Allo stesso tempo, però, si evidenziano interventi con finalità non coincidenti. “Conta la volontà di controllare le rotte migratorie e di avere una presenza in un’area ricca di materie prime, uranio e non solo… Ogni potenza ha i propri interessi”.

La proposta

Migrazioni: nuova agenda. In vista delle elezioni e data la crisi che attraversa l’Europa sui temi delle migrazioni, un gruppo di enti cattolici e del mondo missionario ha avanzato sette proposte, in una visione che prevede di uscire dalla logica emergenziale per ripensare il fenomeno migratorio con progettualità.

- Riforma della legge sulla cittadinanza. Da troppi anni l’Italia non adegua la sua legislazione sull’acquisizione della cittadinanza al mutato contesto sociale.

- Nuove modalità di ingresso in Italia. Serve un nuovo quadro giuridico per accogliere quanti arrivano nel nostro Paese senza costringerli a chiedere asilo. Creare una divisione politica tra richiedenti asilo e migranti economici è difficile, anacronistico e inefficace.

- Regolarizzazione degli stranieri “radicati”. Gli stranieri irregolari dovrebbero avere la possibilità di essere regolarizzati su base individuale, qualora dimostrino di avere un lavoro, legami familiari comprovati o di non avere più relazioni col paese d’origine.

- Abrogazione del reato di clandestinità. È ingiusto, inefficace e controproducente.

- Ampliamento della rete SPRAR. Lo squilibrio a favore dei Centri di accoglienza straordinaria è ancora troppo forte. L’obiettivo deve essere riunificare nello SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) l’intero sistema.

- Valorizzazione e diffusione delle buone pratiche. C’è un’altra faccia dell’accoglienza dei migranti, meno esposta e ben più positiva. Va raccontata il più possibile!

- Partecipazione alla vita democratica. Elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno.

Una storia speciale

p.6 Mahatma Gandhi1L’attualità di Gandhi. Non aveva partecipato ai festeggiamenti per l’indipendenza indiana, dopo averla conquistata con il satyagraha (forza della verità), perché la separazione tra India e Pakistan era per lui una grande sconfitta. È stato assassinato da un giornalista indù, alla testa di un complotto, che non gli aveva perdonato la sua azione per la riconciliazione religiosa e la sua apertura ai musulmani. Gandhi, di religione indù, fu considerato dai fondamentalisti di entrambe le parti come un traditore. Sono passati 70 anni da quel 30 gennaio del 1948 e il fondamentalismo fanatico è ancora un pesante ostacolo per tanti processi di pacifica convivenza. Ancora, dobbiamo ribadire il “NO” alla guerra. E Gandhi ci indica anche il metodo giusto alternativo: “Si dice che i mezzi in fin dei conti sono mezzi; io dico che i mezzi in fin dei conti sono tutto”. La nonviolenza di Gandhi è prassi, azione, sperimentazione (M. Valpiana).



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