Lo ''yankee'' di Brembate in Usa, Da 50 anni sacerdote
Il beato Conforti nella sua "Lettera testamento" del 2 luglio 1921 scriveva: "Il Signore non poteva essere più buono con noi". Il 2 febbraio, mentre celebravo la Messa nel giorno del mio 50° anniversario di ordinazione sacerdotale, mi sono tornate nella mente e nel cuore queste parole del nostro fondatore.
Le prime due Messe del 1959
Sono andato a rivedere il primo dei quattro volumi di diario, in cui sono annotati giorno e luogo della celebrazione delle Messe. Alla mia prima Messa scrivevo così: "2 febbraio 1959 - ordinazione sacerdotale (tra le ore 9.45 e le 10) nella chiesa di San Sebastiano a Milwaukee, per l'imposizione delle mani del vescovo ausiliare mons. Atkielski; giornata molto fredda. 3 febbraio: prima Messa nella cappella della comunità alle 7.15, in suffragio della mamma e per papà, il fratello e le sorelle".
La cappella comunitaria era nel piano interrato, riscaldata con una stufa a legna che a volte mandava fumo. Bisognava ricordarsi di non alzare troppo il calice al momento dell'elevazione per non toccare il soffitto... Mi è tornata alla mente tutta la commozione e lo stato d'animo di quel momento, mentre in sacrestia mi preparavo alla celebrazione.
Mi sentivo pronto spiritualmente ad essere "sacerdote". Ma il resto? Dovevo essere anche "vittima" con Gesù sacerdote! Ho provato tutta la mia inadeguatezza e indegnità, e mi sono detto: "sarà e dovrà essere il compito e l'impegno di tutta la mia vita".
Il cammino verso la meta
La vocazione sacerdotale e missionaria è nata nel mio cuore fin dai primi anni di vita, quando la famiglia era tornata dalla Francia (dove sono nato). Ci eravamo sistemati a Brembate ed ero un chierichetto fedele e instancabile della parrocchia.
L'esempio dei genitori, la cura pastorale e la vita esemplare dei sacerdoti avevano preparato il terreno per far germogliare e fecondare la chiamata divina: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo a tutte le creature". Così cominciò l'avventuroso cammino verso la meta: Pedrengo (BG) e Zelarino (VE) per il ginnasio; San Pietro in Vincoli (RA) per il noviziato e la professione.
Poi sono stato subito destinato agli Stati Uniti per completare gli studi in preparazione all'ordinazione sacerdotale. Diventato sacerdote, sono rimasto negli Stati Uniti per altri quindici anni come animatore missionario, insegnante, economo e rettore degli studenti saveriani di filosofia e di teologia.
Brasile, Italia e ancora Usa
Finalmente si è realizzato il mio sogno e sono partito missionario nel nord del Brasile, in Amazzonia. Sono stati anni indimenticabili, ricchi di esperienze che hanno trasformato per sempre la mia vita. A contatto con i semplici, i poveri e gli emarginati ho sperimentato più profondamente e autenticamente l'amore di Dio Padre, il senso della vita, così fragile ma intensamente vissuta, a volte minacciata dalla prepotenza dei grandi, che sradica dalla terra che sostiene la famiglia.
Ricordo le numerose visite nei villaggi sparsi nella foresta, lungo fiumi, grandi e piccoli... Quanti incontri di formazione, quanti battesimi e matrimoni! C'era condivisione nel mangiare il pasto frugale e nel dormire su un'amaca appesa tra tante altre nella casa che mi ospitava.
Poi, inaspettatamente, ho dovuto trascorrere sei anni presso la direzione generale di Roma, a servizio della congregazione. Chiusa la parentesi romana, sono tornato negli Stati Uniti "a fare missione" ed "essere missione". È ancora il beato Conforti che mi ricorda: "Dobbiamo essere pienamente indifferenti a ogni ufficio e occupazione; ad andare in questa o quella missione; a rimanere presso le case dell'istituto per prestarvi l'opera nostra, come a lavorare nel campo evangelico che ci venisse assegnato".