La vittoria della vera Luce
Dopo l'attesa dell'avvento abbiamo visto spuntare la "grande Luce" che ha illuminato la santa notte del Natale con la gioia della nascita del Bambino, venuto a portare la pace sulla terra. Ma già il prologo del vangelo di Giovanni, che viene solennemente proclamato il giorno di Natale, ci dice che questa Luce non è da tutti accolta, anzi, è combattuta e respinta. Tuttavia non è vinta, ma vincitrice: a prezzo, però, della morte.
Il campo di combattimento
Ecco, allora, il tempo di quaresima, che ci fa partecipare allo scontro frontale tra la luce di Dio e le tenebre del male. La lotta si combatte nel mondo in cui il Figlio di Dio si è incarnato: un mondo che non è soltanto esterno a noi, ma anche - e prima di tutto - interno a noi, nel nostro cuore. Come siamo stati - e sempre siamo - il luogo spirituale in cui Cristo si incarna nella storia, così siamo pure il campo di combattimento in cui egli si scontra con le tenebre.
Perciò nel tempo di quaresima ci è chiesto un particolare impegno di resistenza al male, di separazione dalle consuetudini mondane dell'uomo vecchio, per permettere all'uomo nuovo di crescere. In altre parole, ci è chiesto di rinnegare tutto quello che in noi è estraneo alla grazia, che è contrario alla volontà di Dio e al suo comandamento d'amore.
Mezzi vitali e fecondi
Tale combattimento non può essere compiuto con le sole forze umane, perché, per la ferita del peccato, siamo inclini al male e deboli e indifesi di fronte alle insidie del tentatore, il diavolo. La chiesa ci mette quindi a disposizione i sostegni della grazia che il Cristo - combattente che ha già vinto una volta per sempre - ci ha meritato con la sua vita e la sua morte.
Essi sono principalmente la Parola di Dio, i sacramenti, la preghiera. Su questi mezzi fondamentali, resi vitali e fecondi mediante la pratica della carità fraterna, dovremo perciò fare assegnamento nella nostra spirituale ascesa a Gerusalemme per consumarvi con il Cristo la nuova Pasqua.
Allora, nella notte di Pasqua, potremo partecipare con pura gioia alla veglia, madre di tutte le veglie, inneggiando a Cristo, Luce del mondo che, risorgendo da morte, disperde le tenebre dai cuori e dalle menti degli uomini. E in lui risorto potremo, in questo anno della fede, rinnovare con profonda convinzione e totale assenso le nostre promesse battesimali, professando solennemente la nostra fede in Cristo e la nostra rinuncia all'angelo delle tenebre, che inganna con falsi bagliori gli uomini in cammino verso la patria celeste.