La gioiosa polifonia della fede
In questo drammatico momento della storia dell’umanità, segnato da tanti conflitti, il Documento sulla Fratellanza umana firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al Azhar Ahmed al Tayyeb cinque anni fa appare sempre più come un documento profetico da rileggere, diffondere e far conoscere a tutti, per trasmettere il suo spirito e i suoi valori alle nuove generazioni.
La memoria di quei giorni ci riempie ancora il cuore di gratitudine e risveglia in noi un profondo senso di responsabilità per la Chiesa e per il mondo intero. La visita del Papa alla comunità cattolica degli Emirati Arabi Uniti è stata un’occasione per riconoscerci come parte dell’unica Chiesa di Cristo e per rinnovare il nostro impegno per una testimonianza cristiana umile e fedele, nel contesto della Penisola arabica.
Nei soli Emirati Arabi Uniti vivono 900mila cattolici, tutti lavoratori immigrati provenienti in gran parte da altri Paesi dell'Asia, a cominciare dalle Filippine e dall’India. Cinque anni fa, nell’omelia della Messa celebrata allo stadio, Papa Francesco fece riferimenti diretti alla condizione e al profilo singolare della comunità cattolica presente negli Emirati Arabi e in tutta la Penisola arabica, composta da immigrati arrivati in cerca di lavoro, provenienti da decine di nazioni diverse. “Voi - disse il Papa - siete un coro che comprende una varietà di nazioni, lingue e riti; una diversità che lo Spirito Santo ama e vuole sempre più armonizzare, per farne una sinfonia. Questa gioiosa polifonia della fede è una testimonianza che date a tutti e che edifica la Chiesa”. Con quelle espressioni, papa Francesco riconosce il carattere unico della nostra Chiesa, che comprende persone provenienti da oltre cento Paesi diversi, portatori di culture, lingue, tradizioni e riti differenti. La polifonia che siamo chiamati a realizzare non è solo per noi, ma è una responsabilità verso tutta la Chiesa. Vivere la diversità nell’unità è il nostro compito principale. Siamo una Chiesa di migranti, una Chiesa pellegrina. E quindi abbiamo l’opportunità unica di arricchirci a vicenda condividendo i nostri doni, talenti, culture e tradizioni. La Chiesa e il mondo hanno bisogno di vedere in noi che la diversità non è un problema o un ostacolo, ma una ricchezza.
Il Documento firmato da Papa Francesco e dallo Sheikh Ahmed al Tayyeb è una pietra miliare per il dialogo interreligioso. Noi riconosciamo di essere differenti, e siamo chiamati a riconoscerci l’un l’altro, a rispettarci a vicenda, e a camminare insieme promuovendo pace e giustizia, fratellanza umana e coesistenza pacifica, il ruolo delle donne nella società, custodendo sempre la creazione come un dono di Dio per il bene di tutti.
Il Documento di Abu Dhabi ha ispirato anche la creazione della Casa della Famiglia di Abramo (Abrahamic Family House), inaugurata ad Abu Dhabi il 16 febbraio dello scorso anno. Nello stesso luogo sorgono una accanto all’altra una moschea, una chiesa e una sinagoga. E la chiesa è dedicata a San Francesco d’Assisi, uomo della pace e della fratellanza universale.