La gioia nel fare il bene…
Frequentavo ancora la scuola primaria quando è maturato in me il desiderio di entrare in seminario per diventare presbitero. In parrocchia c’era il gruppo dell’Infanzia missionaria dove, a 14 anni, è nato il desiderio di farmi missionario. Ogni domenica visitavamo gli orfani e coloro che non potevano pagare la tassa scolastica. Li aiutavamo, stavamo loro vicini, giocavamo e pregavamo insieme.
Da quel momento, l'idea di donare la mia vita è cominciata a nascere e a crescere. Capivo che si diventa felici nella misura in cui si fa felici gli altri. Provavo, già allora, la gioia nel fare il bene e nell’intuire le necessità degli altri. Più tardi, all’età di circa 18 anni, il mio parroco mi aveva indirizzato a un gruppo vocazionale. Ero accompagnato, nel discernimento, da vari parroci, mi spingevano a diventare presbitero diocesano. Io, invece, desideravo essere missionario. Due anni dopo ho incontrato i saveriani, il cui carisma corrispondeva a quello che sentivo.
Le persone che ho conosciuto a Parma mi hanno aiutato molto e hanno fatto da “ponte” tra la mia realtà culturale africana e congolese e quella europea e italiana. Senza di loro non mi sarei integrato. Per questo ringrazio di cuore tutti coloro che hanno ricambiato la mia amicizia.
Desidero dare il mio contributo nel rispondere alle sfide del mondo di oggi, che sta diventando sempre più multiculturale, plurireligioso e, purtroppo, diviso. La buona notizia è che ce la possiamo fare nel condividere ciò che ci accomuna, accogliendo anche le nostre differenze. Questa è la missione: fare del mondo una sola famiglia in Cristo.