L’impronta lasciata da Alessandro Cionfoli
Alessandro Cionfoli, giovane bresciano di 23 anni, a fine aprile è stato trovato senza vita nella sua casa a Barcellona, dove lavorava. Due anni fa, aveva partecipato a un viaggio missionario in Congo RD insieme ad altri giovani e con p. Adili, che lo ricorda
Caro Alessandro, non è in questa circostanza che speravo di parlarti. È una sofferenza immensa per un padre partecipare al funerale del figlio. Ti considero figlio perché tu mi chiamavi spesso “caro mio padre” e mai mi hai chiamato per nome. Durante la video chiamata del 24 marzo, mi hai manifestato una grande stima che io ho ricambiato. Hai condiviso i tuoi sogni e desideri. Mi hai detto che volevi lasciare un’impronta duratura in Congo, offrendo una formazione ai giovani.
Il giorno del tuo battesimo, Cristo è entrato una volta per sempre nel tuo cuore. Vi ha seminato un principio di amore, di gioia, di pace. Quella gioia era una carica invincibile che ti caratterizzava: fuori dagli schemi, desideravi vivere pienamente, a volte disobbedendo alle regole umane per obbedire alla Vita piena. Durante il mese trascorso in Congo, abbiamo condiviso i dubbi, le perplessità, ma soprattutto la convinzione certa che ciascuno di noi ha una missione specifica, un amore da condividere con fratelli e sorelle. Quell’Amore si è rispecchiato negli occhi dei bambini che si arrampicavano su di te durante il grest nella parrocchia St. François Xavier a Goma, negli occhi dei bambini dell’orfanotrofio, negli sguardi delle ragazze vittime di violenza, nei ragazzi abbandonati che cantavano e correvano con te sui monti di Mulumemunene.
Caro Alessandro, Dio ti aspettava ancora in un angolo per sorprenderti ancora di più nella cappella dei Gesuiti a Bukavu - in piena adorazione - quando i tuoi occhi fisici e spirituali si sono posati sull’inno alla Carità di san Paolo (1Corinzi 13, 1-8). Scrivevi alla fine dell’esperienza: “Riscopro qui, in Congo, un aspetto del Cristianesimo che non trovo così centrale in altre realtà religiose e che reputo fondamentalmente sublime nella sua semplicità: è la centralità dell’Amore come servizio, non solo Eros o Filia, ma Agape. Ecco, ho trovato la felicità nella semplicità, perché forse felicità è materializzazione delle aspettative. Era Guy, era la ragazza con le fossette, è Goma, è Bukavu, sarà il Congo RD, sarà Agape…”.
Il desiderio di Alessandro di lasciare un’impronta (aiutando i più deboli, gli emarginati della Tanzania e di Bukavu/Goma) è un invito a uscire dalle nostre comodità, indifferenze, chiusure, per andare incontro alle persone bisognose che attendono la nostra compassione, vicinanza e impegno.