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L’Amazzonia è dietro l’angolo

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Da alcuni decenni, anche la chiesa si preoccupa della situazione dell’Amazzonia, con i popoli indigeni e le foreste Se ne parla già nel discorso di S. Giovanni Paolo II a Manaus nel 1980, ma anche nella Evangelii Gaudium e Laudato Si’ di papa Francesco, che ha indetto un Sinodo.

Dice un racconto indigeno. “Un giorno il Signore inviò i suoi Angeli fuori dalle porte del cielo, li munì di pesanti sacchi contenenti ogni ben di Dio (acque, sementi, insetti, animali, piante…). Li inviò perché andassero a spargerli sulla terra. Mentre sorvolavano un tratto, all’improvviso i sacchi si ruppero e tutto si sparse su quel fortunato pezzo di terra. Ecco l’Amazzonia!”.
Nove Paesi compongono questo grande territorio: Brasile, Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana Francese. Sono più di 7 milioni e mezzo di chilometri quadrati. La conca amazzonica contiene il 20% di tutta l’acqua dolce non ghiacciata del pianeta. Ogni 5 bicchieri di acqua che tu bevi, uno viene dai fiumi dell’Amazzonia.  

Un terzo di tutti i boschi del pianeta si trova in questo territorio. L’Amazzonia è il grande polmone della terra. Racchiude in sé giacimenti minerari tra i più importanti del pianeta. Ogni giorno vengono esportate più di 100mila tonnellate di ferro solo dal porto di Itaqui. È habitat del 30% della fauna e della flora del mondo e quasi metà degli animali e delle piante del mondo vive qui. In Amazzonia abitano 33 milioni di persone, alcune delle quali aspettano ancora il primo annuncio cristiano. Ci sono 3 milioni di indigeni suddivisi in 382 popoli o “nazioni”. Tutti li unisce le acque del grande fiume.

È una Regione non omogenea, con molti tipi di Amazzonie. Oggi la ricchezza delle foreste e dei fiumi è minacciata da grandi interessi economici, che provocano devastazione e inquinamento. I popoli amazzonici sono vittime del mutamento dell’economia mondiale, per cui il guadagno è più importante della dignità umana. La crescita smisurata di attività agricole, estrattive e di disboscamento, ha alimentato uno sviluppo umano non integrale e non inclusivo. È lo specchio dell’umanità in cui la cultura imperante del consumo e dello scarto sta trasformando il pianeta in una grande discarica. Gli idoli del denaro e del potere impongono nuovi colonialismi mascherati di progresso, che distruggono l’ambiente, le identità culturali dei popoli e la loro convivenza.

“Mentre leggi questi dati, nella foresta amazzonica si taglia e si brucia un ettaro di foresta ogni dieci secondi! Allora è facile capire che, anche se sembra lontana (8.700 Km), l’Amazzonia è così influente nella nostra vita, che sembra dietro l’angolo, anche per noi italiani e anche per il resto del mondo!” (mons. Eugenio Cater, vescovo di Pando, Bolivia).



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