Otto uomini, le loro storie raccontate ai volontari che da novembre trascorrono con loro serate e momenti conviviali organizzati per far sentire l'atmosfera di un'accoglienza gratuita e familiare. Sono storie che parlano di come gli ultimi siano un prodotto della nostra società contemporanea.

Le “vite di scarto”, così definite anche dal filosofo Bauman, dopo aver perso lavoro e rotto legami familiari, trascorrono mesi in auto prima di accettare l'ingresso in un dormitorio notturno. Altri invece oramai hanno trovato nella strada la loro nuova abitudine e dopo mesi trascorsi nella stazione o ricoveri di fortuna, rientrano al Cant quasi come se fosse un ritorno in famiglia. Ritrovano una stanza in condivisione, un bagno caldo, un piccolo refettorio per la cena e la colazione, un giardino accogliente e soprattutto volontari dal volto amico.

Questo è uno dei motivi che spinge, da più di dieci anni, i volontari del Cant, in collaborazione con la comunità saveriana, a stipulare l'accordo con i comuni di Desio e Seregno per l'accoglienza di otto persone: l'incontro con l'altro non è l'incontro con un utente. È l'incontro con una persona che diventa familiare ed esperienza che educa all'accoglienza paziente. Grazie a questo stile, in collaborazione e sostenuti dalla comunità saveriana, quest'anno il Cant ha dato una risposta chiara di fronte all'emergenza provocata dalla diffusione del Covid 19.

#IORESTOACASA è lo slogan diventato famoso, ma per chi la casa non ce l'ha? Una scelta non facile e carica di preoccupazione, ma inevitabile: #IORESTOALCANT. L'alternativa sarebbe stata chiudere e rimandare in strada già da fine febbraio gli ospiti. I volontari hanno invece deciso per un'apertura straordinaria h24. Inizialmente il Cant è rimasto aperto tutto il giorno, con l'invito agli ospiti di limitare le uscite. Con i primi Decreti del Governo, l'invito si trasforma in una richiesta forzata di evitare, se non per necessità urgenti, le uscite dal Cant. I volontari forniscono indicazioni e prodotti per l'igiene personale e per la casa. Trovano il modo di preparare anche il pranzo per evitare file interminabili al supermercato e limitare le uscite. Riprendono i contatti con i servizi sociali, propongono nuove regole dello stare insieme accettate da gran parte degli ospiti, mantengono vivo il legame e le visite adeguandole alle nuove normative.

L'accoglienza così continua, diventa sempre più urgente e compromette. Porta a scelte sempre più coinvolgenti e responsabili. Il termine è stabilito per fine aprile, come da accordi con i servizi sociali e la comunità dei saveriani. La speranza è quella che appartiene a tutti: vedere il ritorno ad una normalità “trasformata”. Ecco l'augurio raccontato in poesia, opera di un ospite “storico” del Cant!

Contro l'invisibile
Ogni giorno combattiamo
Rispettando le regole
Ogni secondo vivremo
Nasceranno sentimenti
Ascoltando i nostri cuori
Voltarsi non serve
Il futuro dona la vita
Ricordate popoli
Uniti di umiltà
Sarete la speranza
                         Aureola

PS: condividete la SPERANZA, antidoto della MENTE.