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Il primo amore non si scorda mai

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Chissà quante emozioni, sentimenti e altre cose abbiamo vissuto in questo cambio di millennio. Eppure il "passaggio" non è durato che pochi istanti, ma ci è sembrato così carico di significato, così diverso dagli altri fine d'anno. Non ci resta che ringraziare il buon Dio che ci ha concesso di vivere questo momento così particolare. Ed ora ci attende un anno di grazia per vivere il Giubileo con lo spirito che gli è proprio.

Noi missionari Saveriani, con tutti voi amici e familiari dei missionari friulani che ci accompagnate con tanto affetto e stima, vogliamo vivere quest'anno che il buon Dio ci ha concesso di iniziare cercando di realizzare la nostra dimensione missionaria nello spirito più autentico, come ci ha richiamato il Papa in occasione dell'ultima Giornata Missionaria dello scorso Millennio: "Questa giornata offre a ciascuno l' opportunità di meglio evidenziare la comune vocazione missionaria. La missionarietà deve pertanto costituire la passio ne per la salvezza del mondo e ardente impegno per instaurare il regno del Padre".

Apriamo il primo mese di questo nuovo Millennio facendo conoscenza con i Saveriani friulani che lavorano a Taiwan. La prima missione che i Saveriani hanno accettato è stata quella della Cina ancora nel lontano 1899. Vi sono rimasti lavorando con grandi sacrifici ed entusiasmo fino agli anni ’50, quanto tutti furono espulsi dal regime di Mao Tsetung. Quindi si sparsero in tutto il mondo. Ma il primo amore non si scorda mai.

Aspetteremo

Non è più permesso a nessun sacerdote entrare in Cina per fare opera di evangelizzazione. Ma i Saveriani sperano che questo atteggiamento del governo possa cambiare e allora si sono "piantati" alle porte della Cina, nell'isola di Taiwan, precisamente a Taipei la capitale, per imparare la lingua e conoscere più da vicino questa millenaria cultura. E quando le porte torneranno ad aprirsi saranno pronti ad entrare. Intanto vivono nella gioiosa, paziente e biblica attesa di tempi migliori.

Il gruppo dei Saveriani è composto di 8 padri, di cui 4 friulani. Sono tipi in gambissima, pieni di entusiasmo e decisi a tutti i costi ad imparare bene il cinese. Vi presento i padri friulani: Edi Foschiato di Ravosa, Matteucig Giuseppe di Felletto Umberto, Roia Martino di Prato Carnico e Tosolini Fabrizio di Tricesimo. Da notare che i padri Fabrizio e Martino hanno altri due fratelli pure Saveriani, p. Bruno (Brasile Sud) e p. Tiziano (Giappone).

Lavorano nella diocesi di Taipei, la capitale, da una decina di anni. Naturalmente non sono mancate le visite lampo nella Cina come semplici turisti. Qualcuno ha tentato di entrare più stabilmente sotto altri “titoli”.

Primi approcci in Cina

Pur di poter entrare per qualche tempo p. Edi si è “specializzato" come allenatore di calcio. Per questo ha fatto un corso a Trieste, e poi con questa "laurea" è riuscito per un pò di tempo a rimanere in Cina allenando una squadra di calcio locale. Ora però è rientrato a Taipei. Naturalmente si sta impegnando per fare del suo meglio in parrocchia.

Nell'ultima lettera Edi scriveva a papà Dino e mamma Licia: "Oggi ho fatto l'incontro con il gruppo pastorale per organizzare la festa patronale, il Natale e l'ultimo dell'anno. È stato molto bello sentirli tirare fuori tante idee, anche se è stato duro dirigere l'incontro. Chi ha la sua idea non vuole mollarla; altri dicono solo il contrario e armonizzare il tutto non è cosa facile. Ma alla fine ci sono riuscito".

Martino invece è impegnato vicino a Pechino, lavorando in un Centro per handicappati. Ormai lui, con i suoi dieci anni di cinese, riesce a sbrogliarsela abbastanza bene. Il suo Centro è molto stimato anche dalle autorità locali. Da buon "Cjarniel" le difficoltà non lo spaventano. La mamma e papà Felice l'hanno preparato fin dai primi anni ad ogni tipo di fatica.

Giuseppe, chiamato anche dai suoi compagni "Macario" perché è sempre sorridente, è il superiore del gruppo. Non lo fa pesare per niente; anzi è colui che si mette volentieri al servizio di tutti. Gli auguriamo che tutto vada per il meglio. Mamma Agostina lo accompagna sempre con le sue preghiere.

Ultimo, ma non meno importante, nella presentazione, per tanti anni ha insegnato Bibbia a Parma; ma ce la farà senz'altro perché ha visto che il cinese lo parlano perfino i bambini. Lui è convinto che gli adulti lo possono imparare in poco tempo e bene. Ma i conti non sembrano tornare: il cinese è una lingua difficile e bisogna sudare sette camicie per potersela cavare discretamente. Sarà interessante poi sapere come i è Fabrizio. È ancora  "studente", lui che due fratelli, Fabrizio e Tiziano, si intenderanno quando si incontreranno, uno parlando cinese e l'altro giapponese.

Ma c'è una soluzione: il "furlan" che mamma Silvana e papà Claudio hanno insegnato loro più che volentieri fin da quando erano bambini. Nei prossimi numeri cercheremo di continuare la conoscenza di tutti i Saveriani friulani impegnati nel lavoro missionario.



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