Il "gruppo missionario" di p. Caretta
Una sorprendente rivelazione
Ogni mercoledì alle tre del pomeriggio, nella nostra chiesa p. Giuseppe Caretta celebra la Messa attorniato da un gruppo di amici, soprattutto signore. Da vent’anni fanno parte del "gruppo missionario", fondato dall’indimenticabile p. Giuseppe Viotti. Purtroppo pochi sanno che esiste questo gruppo. Mi scuso della negligenza e del ritardo nel presentarlo ai nostri numerosi amici.
C’è sempre una prima volta
"È la prima volta in vent’anni che ci è riservato tale onore!", ha detto una signora - tra rimprovero e gioia - mentre scattavo la fotografia del gruppo. Non occorre sottolineare che p. Giuseppe è orgoglioso e, anche un po’ geloso, del gruppo che è parte della sua attività di missionario in congedo.
Il gruppo non si dedica solo alla preghiera. La sua generosità permette di inviare aiuti concreti in alcuni paesi lontani: Bangladesh, Bolivia, Camerun, Ciad e altri ancora. Servono per alleviare la povertà estrema, soprattutto dei bambini e delle loro mamme.
Suor Rosalinda Rocca, missionaria saveriana, scrive dal Ciad: "Ringrazio il vostro gruppo missionario, il cui zelo e attività fanno comprendere la responsabilità che abbiamo di fronte alle necessità di questi nostri fratelli, bisognosi di amore, accoglienza, libertà, pane, acqua pulita, medicine e istruzione. Vi ringrazio in modo particolare delle vostre preziose preghiere".
Lavorare con la preghiera
L’aiuto della preghiera è davvero importante. Pensate che Emanuela di Montorfano, tornando da un’esperienza missionaria in Ecuador, ci ha dato questa testimonianza convincente:
"Non sottovalutate la vostra preghiera, perché è un sostegno importante all’attività pastorale del missionario che spesso impiega il tempo, che dovrebbe dedicare alla preghiera, per ascoltare, a tutte le ore del giorno, le persone bisognose di consigli e di aiuto. La gente non capirebbe se il missionario fissasse un orario per accogliere i bisognosi. Egli deve essere a disposizione sempre e di tutti. La vostra preghiera è indispensabile per sostenere il missionario spiritualmente e moralmente, affinché non si senta solo e quasi abbandonato. Il 50 per cento del suo lavoro è come se fosse vostro; come se lo faceste direttamente voi, proprio attraverso la preghiera".
La preghiera della speranza
Sono parole suggerite da profonda fede. Posso, tuttavia, rilevare che il missionario deve "convertire" in preghiera tutta la sua attività e la sua vita. Come fa una mamma, che pide la sua giornata tra il lavoro e la casa. Il missionario deve costruire la sua giornata sull’amore al Signore, nel contatto personale con Cristo eucaristico, fonte e anima dell’apostolato.
So per esperienza quanto sia difficile per il missionario raccogliersi in preghiera, dopo certe giornate di apostolato (e sono molte!), mentre riflette sulle difficoltà e sconfitte incontrate. Giunge consolante allora la preghiera di persone amiche e sconosciute, che restituiscono all’apostolo gioia e speranza.
Di questo siamo certi, cari amici fedeli del gruppo missionario.
Continuate a pregare e a fare del bene ovunque. Vi ringraziamo di cuore, e di cuore ricambiamo la preghiera per voi.