Festa con i parenti dei Saveriani
Così ha parlato il Rettore durante la celebrazione
Il messaggio del Vangelo di oggi è di consolazione e fiducia. Gesù, Buon Pastore, conosce le sue pecore, conosce ciascuno di noi. Egli dà la vita, la vita vera che dura in eterno. C'è un rapporto di reciprocità e di intimità tra noi e Gesù. Egli è sempre con noi. Conosce tutto di noi, anche le sofferenze e le delusioni più intime. Non ci lascia mai soli. Non permetterà che qualcuno ci faccia del male (il male più temibile, quello dello spirito), perché siamo nelle sue mani.
"Anche se dovessi camminare in una valle oscura, non temo alcun male perché tu sei con me". Il Cristiano è chiamato a fare un'esperienza di intimità e comunione profonda con il Signore. Vive l'esperienza della Presenza del Signore accanto a sé, non si sente solo, anzi si sente amato. Ed è proprio da questo incontro di amore con il Signore che nasce la vocazione missionaria: "Il missionario parte perché è innamorato del Signore" (card. Martini). È l'amore di Cristo che lo spinge, nell'intento di fare conoscere Gesù, di testimoniare il suo amore e portare così il suo contributo per "fare del mondo una sola famiglia" (beato Conforti).
Gesù ha posto la sua tenda in mezzo a noi, mentre il missionario pone la sua tenda in mezzo ai popoli che non conoscono il Signore per essere segno della presenza di Gesù. Egli cerca di allargare la tenda della famiglia di Dio per farvi entrare tutti i popoli. Voi, parenti dei missionari, che avete dato un figlio o un fratello nelle missioni, ci avete dato qualcosa di voi stessi. Non finiremo mai di ringraziarvi. Col vostro figlio o fratello missionario, siete entrati anche voi nella famiglia Saveriana, e noi siamo entrati nelle vostre case.
C'è una parentela spirituale tra di noi. Ed anche voi, ormai, vi siete familiarizzati con i luoghi della nostra missione e più ancora con i nostri sogni o progetti, ma anche con i nostri problemi e difficoltà. Impariamo tutti da Gesù Eucarestia: Egli si fa piccolo e umile, pane spezzato per noi. Da pastore si fa agnello immolato. Ci accoglie tutti senza distinzione e si fa dono per noi. È questo l'atteggiamento fondamentale del missionario.