Effetti di irresponsabilità spensierata
Sarà durata circa un paio di minuti, alle 14 circa del passato 24 luglio, la violentissima tormenta di acqua grandine e vento che ha investito Desio e le zone limitrofe, strappando rami, spezzando tronchi e sradicando alberi grandi e piccoli, finiti nelle strade e sui tetti delle case. Ha avuto una tale intensità da fare molti disastri e gravi danni. Molte abitazioni dalle parti della stazione ferroviaria sono state scoperchiate. Altre hanno avuto il tetto distrutto dagli alberi trasportati dal vento.
La tormenta ha investito anche la nostra casa. Infatti, sono circa un centinaio le piante che, o divelte o irrimediabilmente danneggiate dalla tempesta, abbiamo dovuto rimuovere. Dovremo ricostruire anche quella parte del muro di cinta, insieme al cancello, su cui sono caduti alcuni grossi cedri del parco. Un altro grande cedro è caduto sui tetti della casa: la struttura in cemento non ha ceduto, ma bisogna rifare la copertura di coppi e di impermeabilizzazione. I danni sono gravi ma ci dispiace molto anche per il parco, privato di così tanti alberi.
Chi conosceva la nostra casa, che gli alberi rendevano un po’ come un’oasi di verde nel quartiere, ora farebbe fatica a riconoscerla. Quanta serenità sa dare il verde a noi umani ed anche agli animali! I monaci antichi cercavano nella solitudine delle selve il luogo adatto per incontrare Dio. Infatti, papa Francesco nella lettera Laudato si’, cita San Giovanni della Croce il quale, durante il suo periodo di permanenza come Vicario al convento di El Calvario, tra le montagne di Jaén, in Andalusia, passava lungo tempo in contemplazione, in luoghi solitari, in mezzo alla natura.
Scrive il Papa: “… il mistico sperimenta l’intimo legame che c’è tra Dio e tutti gli esseri, e così «sente che Dio è per lui tutte le cose».[162] Se ammira la grandezza di una montagna, non può separare questo da Dio, e percepisce che tale ammirazione interiore che egli vive deve depositarsi nel Signore: «Le montagne hanno delle cime, sono alte, imponenti, belle, graziose, fiorite e odorose. Come quelle montagne è l’Amato per me. Le valli solitarie sono quiete, amene, fresche, ombrose, ricche di dolci acque. Per la varietà dei loro alberi e per il soave canto degli uccelli ricreano e dilettano grandemente il senso e nella loro solitudine e nel loro silenzio offrono refrigerio e riposo: queste valli è il mio Amato per me» (Cantico Spirituale, San Giovanni della Croce).
Quello che sta succedendo nel mondo intorno a noi ci fa riflettere sulle responsabilità che noi abbiamo verso la Casa Comune che abitiamo. Scrive ancora il Papa, nell’Enciclica citata, di una nostra irresponsabilità spensierata: “… siamo tentati di pensare che quanto sta succedendo non è certo. Se guardiamo in modo superficiale, al di là di alcuni segni visibili di inquinamento e di degrado, sembra che le cose non siano tanto gravi e che il pianeta potrebbe rimanere per molto tempo nelle condizioni attuali. Questo comportamento evasivo ci serve per mantenere i nostri stili di vita, produzione e consumo. È il modo in cui l’essere umano si arrangia per alimentare tutti i vizi autodistruttivi: cercando di non vederli, lottando per non riconoscerli, rimandando le decisioni importanti, facendo come se nulla fosse” (Laudato si’ n. 59).
A Desio e nei paesi limitrofi siamo stati già toccati tutti dalle conseguenze di questa nostra “irresponsabilità spensierata”. Ci stiamo accorgendo del “cambiamento climatico”, toccandolo da vicino. Gli alberi costituivano forse il miglior ornamento per la nostra casa e la proteggevano dai rumori, dal caldo eccessivo e dagli elementi inquinanti del traffico stradale. Vari amici e benefattori ci stanno aiutando per sistemare i tetti, il cancello e il muro di cinta. Ma noi desideriamo anche tornare a piantare gli alberi che facevano vivere il parco. Pianteremo altri alberi, e questo è più che mai necessario, ma come società dovremo anche riflettere su quello che ci scrive il Papa Francesco nella sua Enciclica sopracitata e mettere in atto quelle azioni necessarie per prevenire i disastri ambientali.
Vorrei aggiungere ancora un particolare che mi pare assai interessante. Dopo il temporale, ho fatto il giro del nostro parco. Sono andato a vedere cos’era successo alle statue rappresentanti le apparizioni della Vergine a Fatima nel 1917, poste su una collinetta di fronte alla Cappellina. Sono statue in marmo bianco, di altezza naturale. Sono rimasto davvero contento quando ho visto che il grande cedro caduto proprio sulla collinetta dove ci sono le statue, aveva appena sfiorato quella della Vergine Maria, ma senza toccarla, arrivando a soli 10 centimetri. Neppure le altre statue sono state toccate. Constatando l’assoluta casualità del fatto mi è venuto però da pensare che, talvolta, anche la natura, appunto nell’assoluta casualità dei fatti, sembra quasi rispettare l’immagine in marmo di Colei che fu madre di Colui che l’ha creata.