DOTTOR BUCARI DAL BANGLADESH: Annalena, un fenomeno di missionaria
È un piacere pubblicare una parte della lettera del saveriano marchigiano dottor Remo, che da decenni dirige l'ospedale cattolico più rinomato del Bangladesh. Madre Teresa ha visitato varie volte l'ospedale nei suoi viaggi da Calcutta a Khulna.
L'arrivo di "Missionari Saveriani" mi rende più leggera la fine della giornata di lavoro. È pieno di sorprese e ci sarebbero molti spunti da commentare…
Ottimo il ricordo di Annalena Tonelli, sconosciuta ai più giovani. In realtà questa missionaria è a me ben nota da 40 anni. Nel 1965 ero in Italia e cercavo aiuti per l'ospedale. Ho avuto l'occasione di mostrare alcune mie diapositive al gruppo missionario di Forlì, guidato appunto dalla Annalena in persona. Con le offerte raccolte dal gruppo di Forlì e Faenza, ho potuto costruire il centro di Maternità. Quella persona, allora giovane studente di legge, era un fenomeno di ragazza.
Dopo la mia conferenza, ho cercato di attirarla al servizio ospedaliero in Bangladesh. Ho tentato ancora nel 1975, ma invano. Aveva una vocazione d'acciaio; ma ho capito che non sarebbe mai diventata suora. Nell'ospedale "Fatima" di Jessore, sulla porta dell'aula per le infermiere, c'è ancora la scritta "I care". È un programma non ancora ben praticato da noi tutti.
PAULIN SHADARI DA PARMA: p. Vavassori è come un albero
Paulin è un saveriano congolese, al quinto anno di teologia a Parma. Così ha scritto del compianto padre Simone Vavassori. In Congo, il missionario è chiamato "padiri".
Nella nostra cultura africana, la persona che ha piantato un albero, anche se muore, rimane sempre viva nella memoria della sua gente. Questa persona viene assunta dalla posterità e perpetuata nella memoria storica attraverso il suo nome.
Padiri Simone Vavassori, come lo chiamavamo, per noi è vivo, perché egli con la sua vita ha piantato un albero e proprio quest'albero diventa la sua dimora in mezzo al nostro popolo congolese.
Da oggi, il popolo congolese, e in particolare il popolo di Bukavu, Uvira e Kakutya lo vede e lo considera in questa dinamica vitale: padiri Simone è vivo. Egli entra nella schiera degli antenati e prega per il suo popolo che egli ha tanto amato e stimato, sia nelle difficoltà che nella gioia. Antenato è un termine molto caro a noi africani. Antenato non diventa qualsiasi persona, ma solo la persona che ha potuto vivere la sua vita e farne dono agli altri.
In nome del popolo congolese, ecco la preghiera e l'augurio che mi viene in mente pensando alla figura di padiri Simone: "Ringrazio il Signore per averci dato padiri Vavassori come padre; un padre nel senso vero della parola, per quello che è stato per noi soprattutto in questi ultimi tempi. Che la terra degli antenati gli sia leggera ed egli continui a pregare per il suo popolo, che sta ancora attraversando una situazione difficile. E preghi anche per la sua famiglia, le sorelle e i nipoti, perché il Signore dia loro la pace, la tranquillità e la fede per accettare il grande mistero della vita che muore per risorgere".
