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Da Mestre a Marrakesh, Accompagnati da p. Benetti

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Sono abbastanza frequenti i gruppi parrocchiali che chiedono di essere guidati a visitare e conoscere realtà umane e religiose diverse. Non è solo voglia di turismo, reso oggi più abbordabile nei costi. C’è anche il desiderio sincero di incontrare, di conoscere e di capire culture e religioni di altri popoli. Conoscersi, capirsi, stimarsi è importante per poter convivere in pace e libertà.

Per noi che crediamo, la pace e la libertà sono due grandi doni che il Creatore vuole donare a tutti gli uomini e donne della terra. Sono segni della sua benedizione.

La Messa nella savana

Per iniziativa della parrocchia di Carpenedo, un gruppo di mestrini si sono recati in visita alle città imperiali di Casablanca, Rabat, Fès e Marrakesh. Un tour di una decina di giorni in Marocco. Il saveriano vicentino padre Antonio Benetti ha accolto l’invito ad accompagnarli. Non come guida turistica, ma come guida spirituale.

Infatti, con soddisfazione apostolica, ha potuto testimoniare insieme ai pellegrini la propria fede cristiana in terra musulmana. Padre Antonio ha meditato con loro, ogni giorno, i salmi della savana e, ogni giorno, ha celebrato la santa Messa, nei posti più svariati: nelle chiese cattoliche, nei palmeti delle oasi, nelle tende di beduini in pieno deserto o in sale d’albergo.

Nel gruppo, naturalmente c’erano persone interessate solo all’aspetto turistico del viaggio. Anche loro hanno partecipato volentieri a questa esperienza, che manifesta la propria identità cristiana.

L’esempio fa sempre bene

Vedendo la testimonianza coerente di fede del nostro gruppo, anche il giovane musulmano che faceva loro da guida, si è trasformato in fedele osservante. C’è stato un influsso reciproco e benefico. I nostri pellegrini hanno rispettato i suoi ritmi di preghiera; in contraccambio, la guida, e il suo correligionario autista della carovana, hanno ascoltato attenti le meditazioni proposte dal missionario padre Antonio; hanno seguito con rispetto la celebrazione della Messa e la recita quotidiana del rosario. Insomma, è interessante questo rispetto reciproco e questo fervore religioso, che si sono riaccesi sui due fronti.

Forse, questa pagina di cronaca vuole darci da intendere che la convivenza umana è possibile. L’incontro, la conoscenza e il rispetto reciproci favoriscono una vita pacifica e ricca di rapporti fraterni. dialogo interreligioso vissuto in un nuovo modo d’incontro, nella pace di rapporti fatti di rispettosa conoscenza reciproca e non di mera curiosità turistica.

È questo un altro modo di fare missione?



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