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Convegno del Cem-Sud a Reggio Calabria

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"Chi è oggi il mio prossimo?" - Da: La Torre, Storgato

A Reggio Calabria, il 30 e 31 marzo, all’istituto di scienze religiose "Mons. Zoccali", si è svolto il 7° convegno del movimento Cem - sezione del sud Italia. La comunità ecclesiale ha ricordato anche la figura di don Domenico Farias, sacerdote reggino, che per primo ha iniziato nell’arcidiocesi un cammino di dialogo con le chiese cristiane presenti in città. A don Farias è stata intitolata l’aula magna dell’istituto di scienze religiose.

Il Cem, centro di educazione alla mondialità, è un movimento fondato e sostenuto dai missionari saveriani per promuovere nelle scuole italiane i valori della mondialità. Proprio quest'anno il Cemcelebra il suo 40.mo compleanno. Per l'occasione, nella sede attuale del Cem a Brescia, è stata inaugurata una mostra con i disegni del pittore Silvio Boselli. La mostra testimonia il percorso del Cem in questi ultimi anni, a servizio della mondialità nel campo educativo. La mostra sarà poi messa a disposizione delle scuole e degli enti che si interessano a realizzare lo stesso "sogno" del Cem nel proprio territorio.

Il simposio del Mediterraneo

Il convegno di quest’anno ha cercato di dare risposta a un interrogativo importante e attuale per la nostra società: "Chi è il mio prossimo?". Gli interventi dei relatori hanno suscitato nei partecipanti molto interesse. Nella prima giornata sono intervenuti i professori Antonino Pangallo, Brunetto Salvarani e Adel Jabbar. Il secondo giorno hanno parlato i professori Antonio Foderaro, Attilio Gorassini e Antonino Spadaro. A conclusione del bel convegno, ha preso la parola l'arcivescovo mons. Vittorio Mondello.

I partecipanti hanno potuto ascoltare punti di vista persi e hanno sentito l’esigenza di dover costruire nuovi rapporti ecumenici e scambi tra culture. Sono stati affrontati temi molto attuali, come l’accoglienza e l’integrazione dei musulmani nella nostra società. Ciò deve avvenire attraverso relazioni basate sul rispetto e riconoscimento reciproco degli stili di vita e delle culture.

Come uscire dalla crisi

Il professor Adel Jabbar, sociologo musulmano dell’università "Ca’ Foscari" di Venezia e collaboratore del Cem, ha parlato dell'islam storico e attuale. In epoca medievale, l'islam ha avuto un ruolo culturale importante verso l'occidente, quando personaggi eminenti hanno diffuso cultura e invenzioni nel resto del mondo. In epoca moderna invece, per varie ragioni storiche e sociali, l'islam si è trovato a vivere una condizione di marginalità, subendo il fascino dell'occidentale.

Oggi, il musulmano medio è piso tra il medioevo e l’epoca moderna e sembra incapace di gestire il presente. È in corso una fase storica difficile, perché più forte è il ricordo di quel passato glorioso, più aumenta il fondamentalismo estremista. Per ricucire questa crisi di identità è necessario riscoprire la propria storia, purificando la memoria da atteggiamenti diffidenti e ostili. Infatti, è a partire da sé che si comprende l’altro e si inizia a dialogare.

La volontà di dialogare

Il professor Brunetto Salvarani, attuale direttore del Cem, ha esposto il punto di vista cristiano sulla dinamica del dialogo, non solo verso l’islam, ma verso tutte le fedi. Noi cristiani dobbiamo cogliere l’opportunità delle "nuove presenze", per guardare il nostro prossimo con stima e rispetto, e non con preoccupazione e paura.

Il concilio Vaticano II guardava al mondo con ottimismo e parlava di "dialogo possibile". Nei documenti "Gaudium et spes" e "Nostra aetate" è scritto: "Guardiamo ai musulmani con stima". Davanti all’attuale cupo scenario del mondo, noi dobbiamo sperare in una "rivincita del dialogo e, attraverso questo, a una rivincita del sacro", realizzando quella "pace in terra" auspicata per tutte le donne e gli uomini di buona volontà.

Le tre vie del dialogo

Per raccogliere la sfida del dialogo tra le religioni e realizzare la pace ci sono tre possibilità.

La prima è quella di non lasciarci catturare dall’idea, oggi in voga, che esiste uno "scontro di civiltà". Potrebbe essere una posizione pericolosa. Le tradizioni non sono immutabili; esse si evolvono e arricchiscono nell'incontro reciproco, che deve caratterizzare la nostra epoca moderna.

La seconda possibilità è rappresentata dallo sforzo che dobbiamo fare per uscire dal relativismo. È pericoloso pensare che tutto può essere valido. Questa convinzione sbagliata non ci aiuta a fare la necessaria azione di discernimento, mentre ci rende incapaci di pensare al futuro con speranza.

La terza possibilità è intraprendere, nella nostra vita quotidiana e in modo serio, un "dialogo" che fa i conti con chi è perso da noi per cultura e per religione.

Desidero ricordare la "Giornata del dialogo cristiano - islamico", lanciata a novembre del 2001 e ripetuta ogni anno in coincidenza con l'ultimo venerdì del ramadan islamico. In quella giornata, ci associamo ai fratelli musulmani con la preghiera e il digiuno. È un piccolo segno del regno di Dio in terra. I sogni non si realizzano per magia; è necessario realizzarli con la fatica. È necessario lavorare e convertirsi all’amore. La strada da percorrere tutti insieme è quindi questa: umile, silenziosa e feconda, per costruire un mondo di libertà e di pace per le generazioni che verranno.



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