Condividere la memoria saveriana
Questo numero di “Missionari Saveriani” è dedicato ai nostri missionari che, in epoca di pandemia, ci hanno lasciati. Non dobbiamo perdere la loro memoria. Di fronte alla tragedia, anche mondiale, che ci ha colpiti, occorre condividere la memoria. “La pandemia ha fatto qualcosa di peggio che travolgere la nostra economia. Ha compiuto un massacro. E i massacri vanno ricordati, onorati, vanno offerti alle generazioni che verranno” (Daniele Mencarelli, Avvenire 7 giugno 2020).
Il presidente Mattarella, al cimitero di Bergamo, il 28 giugno scorso, riferendosi all’Italia, diceva: "Fare memoria significa anche assumere piena consapevolezza di quel che è accaduto. Ricordare significa riflettere, seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere. Senza cedere alla tentazione illusoria di mettere tra parentesi questi mesi drammatici per riprendere come prima”.
La Direzione Generale dei saveriani (DG), in un messaggio, tra le altre cose, ha scritto: “La tristezza che sentiamo per i confratelli che ci hanno lasciato, ci spinga a ricordarli ancora di più nella preghiera e nell’Eucarestia. Che il Signore ricompensi l’offerta della loro vita alla missione”.
P. Fiorenzo Raffaini ricorda: “Hanno dato tutta la vita al Signore per donare il vangelo al mondo. Una scelta spesso sbocciata nell'infanzia e poi confermata quando l'età si faceva più adulta. Non possiamo che avere un senso di ammirazione e un sentimento di gratitudine per questi fratelli che hanno accettato l'invito del Signore”.
“Ciò che è successo ai nostri confratelli anziani - continua la DG - riflette quello che sta succedendo in Italia e altrove. Stiamo condividendo la sofferenza e la sorte di tante persone colpite in maniera rapida e imprevista. Facciamo parte di questa storia e di questa pandemia epocale. Al centro della nostra vita, c’è la fede in Gesù Cristo. Siamo come i discepoli nella barca sul lago in tempesta. Si sentono soli, incerti, affaticati e paurosi. Gesù si rivolge loro dicendo: ‘Coraggio, sono io. Non abbiate paura!’ (Mc 6,50). Egli ci accompagna: ‘Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’ (Mt 28,20).
Questa presenza divina ci riempie continuamente di forza, speranza e carità. Quanto accaduto, ci invita a diventare sempre più umani e più umili, sentendoci parte dell’umanità. È un invito a rafforzare il senso di fraternità fra tutti gli esseri umani, che ci viene dato come un dono dalla nostra fede in Dio, Padre di tutti noi, che non conosce né frontiere né divisioni. Anche in queste circostanze, siamo chiamati a fare del mondo una sola Famiglia in Cristo. Siamo invitati dal Signore a vivere come Lui ha fatto, impegnato nella lotta contro il male che affliggeva l’essere umano della sua epoca e aperto alla speranza che viene da Dio Padre. Che il Signore ci dia la grazia di poter vivere in Lui, in comunione con tutto il genere umano, per gioire insieme con Lui dell’eternità divina”.
Ringraziamo tutti coloro che hanno scritto numerose e commoventi testimonianze sui saveriani defunti in questi mesi. Non possiamo riportarle tutte. Anzi, per motivi di spazio siamo stati costretti a portare dei tagli e di questo ci scusiamo. Chi desidera leggere i profili più completi, preparati dalla Direzione Generale, può consultarli sul nostro sito www.saveriani.it dove saranno caricati, una volta disponibili.