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Cari lettori,

questo numero è dedicato ai 70 anni di nascita di “Missionari Saveriani” (MS), fondato nel dicembre 1947. Possiamo solo dire grazie per il cammino fatto finora, portato avanti insieme a tanti amici. MS è come un “ponte” tra noi e la missione. Il rischio oggi è chiudersi, ignorare quanto accade fuori da noi, diventare inumani.

Contro la “cultura dello scarto”, che genera, ovunque, barriere, recinti, esclusione e sofferenza, le riviste missionarie sono un sano antidoto. Esse creano in noi un cuore grande, universale, aperto all’umanità, ai più deboli, a coloro che ignorano di essere amati dal Padre.

Scrive il laico salernitano Pietro Ravallese: “MS, entrando nelle case, porta una luce di speranza e di verità. È il vedere il mondo dalla parte degli ultimi, degli esclusi, dei poveri; abbiamo la possibilità di essere felici puntando sulla gioia, sulla semplicità, sulla sobrietà”.

MS nasce da una felice intuizione. Settant’anni fa, nel primo editoriale, il superiore generale, p. Giovanni Gazza, scriveva: “Era doveroso tenere informati sugli sviluppi della nostra vita tutti i nostri carissimi amici e benefattori e abbiamo pensato come a una necessità improrogabile, nonostante le difficoltà del momento, a un foglio abile e strettamente… di famiglia, che fosse come un ritrovarci, ogni tanto, per scambiarci notizie, speranze, dolori e spronarci così a un fervore sempre nuovo di amore e di cooperazione. Per questi motivi, abbiamo dato vita a questo foglietto. Lo abbiamo intitolato ‘Missionari Saveriani’, perché porterà proprio la voce dei nostri padri, che lavorano ormai in tante parti del mondo”. P. Gazza parla di “anni difficili”, era appena terminata la seconda guerra mondiale.

Nonostante questo, i saveriani non solo non indietreggiarono, ma furono audaci, addirittura fecero nascere un nuovo giornale. Osarono tanto perché confidavano nell’aiuto di Dio e di tante persone. Anche noi oggi passiamo per una profonda crisi di valori, di fede, di umanità. Forse siamo chiamati anche noi, come 70 anni fa, a sperare nonostante tutto, ad avere cioè un sussulto di coraggio. In questo momento di grandi sfide epocali, dice Piero Gheddo, “raccontare ciò che lo Spirito compie là dove nasce la chiesa, può farci ritrovare l’entusiasmo della fede”. Le nostre diocesi approfittino del tesoro che sono le testimonianze dei missionari.

Il mondo missionario - dice Lorenzo Fazzini (EMI) - da sempre realtà di frontiera e d’avanguardia, ha un patrimonio culturale straordinario da valorizzare, prezioso non solo per la chiesa, ma anche per i mondi della cultura, dell’università, dell’economia, che chiama la stampa missionaria al ruolo di ponte”. Anche grazie a MS, giunge a noi dalle missioni un filo diretto con fatti e informazioni che altrimenti non avremmo.

Pur cambiando in continuazione (lo vedete anche nel rinnovamento dell’impostazione grafica) MS si propone, come diceva p. Gazza, di essere un “foglio di famiglia”. E in famiglia ci si scambia le notizie, belle e brutte, speranze e dolori. In famiglia siamo coinvolti tutti nel progetto. Sosteniamo dunque le nostre riviste missionarie (MS, MO e tante altre), leggiamole, divulghiamole, rilanciamole con convinzione.

Questo farà tanto bene a noi, alla chiesa, alla società. La missione universale coinvolga tutti, tutto e sempre!



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