La solita domanda: quale frutta si mangia in Africa? Ed ecco la risposta: di tutti i tipi e buonissima. Cominciamo dalle BANANE. Sono state una scoperta. Non sapevo che ne esistevano tante qualità. Le più piccole, chiamate “kidole” (dito) perché avevano quella lunghezza. Dolcissime, si mangiavano come le caramelle, tutte in un boccone. Poi quelle “normali”, sia con la buccia gialla (venivano tolte verdi dalla pianta e lasciate maturare per due o tre giorni) e poi, sotto a chi tocca. Mentre quelle con la buccia rosse, erano ottime, fritte e con una spolverata di zucchero, accompagnavano il the. Infine quelle più grandi, le “plantain” (bollite, come le patate), accompagnavano la carne. Insomma una scoperta dopo l’altra. Altri frutti. Prima di tutto il MANGO (sia quelli piccoli come quelli più grandi), profumati (come la pesca), con la buccia rossa. Una delizia. Passiamo all’AVOCADO: buono da solo, oppure frullato con il caffè o il limone. Ottimo anche per le minestre (rimpiazzava il burro). Naturalmente gli ANANAS. Dolcissimi. Venivano coltivati in grandi piantagioni, ma anche nei villaggi. La gente ce li portava. Una vera delizia. La PAPAYA: sia verde (da bollire), sia già matura, da gustare con l’aiuto di un cucchiaio. Ottima per liberare lo stomaco intasato… Naturalmente anche i FRUTTI DELLA PASSIONE (maracuja): anche questi frullati oppure gustati con l’aiuto di un cucchiaino. Poi le ARACHIDI, bollite o seccate e trasformate in croccanti. Vengono vendute dalle mamme per recuperare qualche soldino per il bilancio familiare. Vengono pure utilizzate macinate con il pomodoro per fare il sugo. Un altro frutto, dalla buccia verde o violetta, (si trova anche in Calabria del sud, zona Galllico-Reggio calabria). In italiano si chiama ANONA (all’interno è bianco con molti semi). Una delizia. Non manca il COCCO: si beve il liquido e si mangia l’interno. Ci vuole un po’ di pazienza per inciderlo, ma la fatica è compensata dal poterlo mangiare. Ci sono anche arance e limoni, fragole. Cresce anche l’UVA. Insomma c’è di tutto: una delizia per gli occhi e per il gusto. Ma anche un grazie per chi li coltiva e li porta al mercato.