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Samuele era un ragazzino abbastanza vivace. Un sabato con i suoi amici era andato vicino al muro della sinagoga e aveva ascoltato quello che dicevano i grandi. Il vecchio Giobbe parlava di qualcosa che era successo tanto tempo fa.

Diceva che qualche giorno prima della Pasqua, un rabbi, un certo Gesù era entrato in Gerusalemme, sopra un asino, accompagnato dai suoi discepoli. Tutta la gente aveva le palme in mano, cantava Osanna e altri canti. Pensavano che lui era il Messia. Poi sappiamo, concluse, quello che è successo. “E poi?”, chiese Samuele al vecchio Giobbe, quando uscì dalla sinagoga. “Siediti” gli disse “ti racconto la storia fin dal principio”.

E cominciò…“Erano tutti e due, stanchi per il lavoro della giornata. Ma papà Asino, quella sera, voleva raccontare a suo figlio una storia di tanti anni fa. Lo aveva visto un po’ triste. Aveva saputo che nel villaggio tutti lo prendevano in giro, gli dicevano che era solo un asino.

Mentre i cavalli, sì, quelli erano belli, maestosi, correvano veloci e portavano personaggi importanti…”Dai, sdraiati vicino a me, figlio mio. Ti vado a prendere un libro che parla di noi e dei nostri antenati. Sei pronto a conoscerli? Vedrai che poi sarai contento” e così dicendo, andò dietro un mucchio di fieno e prese con le sue zampe un librone, pieno di disegni e di fotografie. Asinello si avvicinò e spalancò i suoi occhioni per la sorpresa.

Papà cominciò a sfogliare le pagine e gli raccontava tante cose. L’asino è importante. Tanta gente si serviva di lui per fare lunghi viaggi, portava delle persone importanti. Veramente questo servizio era riservato ai cugini muli. Ma era una specialità di famiglia e quindi anche lui non doveva sentirsi triste. Ognuno ha sempre delle cose belle da fare.

“Ma vuoi sapere la cosa più bella?” gli disse ancora tutto felice. “Sai, uno dei nostri parenti ha accompagnato Gesù, Maria e Giuseppe, quando sono dovuti scappare in Egitto. Capisci? Abbiamo fatto una cosa bellissima. Gli abbiamo salvato la vita. Quel nostro antenato non conosceva bene la strada, ma un angelo lo ha accompagnato e così anche al ritorno. Poi…mi dimenticavo, quando è nato Gesù, c’erano un asino e un bue per riscaldarlo. Nessuno se lo ricorda, ma noi c’eravamo”.

Asinello cominciò a sorridere e sentire che dentro di lui scorreva il sangue di qualcuno che aveva fatto tante cose buone. Con le zampe, portò le orecchie sugli occhi e si mise a riflettere un poco. Poi chiese al papà: “Allora cosa devo fare per essere un asino vero?”. Con un largo sorriso, arrivò alle ultime pagine, su cui erano scritte delle frasi. “ISTRUZIONI per sentirsi un vero asino.”. E insieme cominciarono a leggere. “1. Essere umile; 2. Paziente; 3. Un po’ testardo; 4. Coraggioso; 5. Fare le cose semplicemente, senza sentirsi importante; 6. Portare la pace….”

E le frasi continuavano ancora, ma Asinello era attirato da una fotografia. Chiese chi era quel tale sull’asino. “Non lo riconosci più?” gli disse il papà. “E’ Gesù che entra a Gerusalemme. Tutti gli fanno festa e anche a chi lo porta…ma dopo qualche giorno lo manderanno in croce”.

“E l’asino che fine ha fatto?” chiese Asinello. “La storia non lo dice” concluse il papà “ma io credo che gli amici di Gesù lo abbiano portato da mamma Maria a continuare a servire tutto il gruppo. Questa è la cosa migliore che noi sappiamo fare. Se vuoi essere un asino vero, imparala anche tu”. E Asinello piano piano si addormentò, sognando Maria che gli faceva una carezza sul muso e gli cantava una ninna nanna come faceva con Gesù.



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