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IN MEZZO AL FANGO: COME USCIRNE FUORI?

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In Africa, quando piove, piove bene e in grande quantità. Poi se il terreno è di argilla rossa, tutto diventa fango ed è difficile percorrere le strade. Ma, a volte, non si può farne a meno. Si deve andare a trovare le comunità dell’interno, in mezzo alla foresta. E così un bel giorno, partiamo con la Landrover per andare nel villaggio di Lubarika, uno dei 5 settori della parrocchia di Luvungi in Congo.

Dopo aver percorso un tratto di strada asfaltata (un po’ di tempo fa e ora comincia ad essere ricoperta dalle erbe), ci inoltriamo su una pista. Passiamo vicino a una fontana di acqua calda (c’era, ai tempi della colonia, un piccolo centro termale per i coloni). Attraversiamo una piantagione di caffè e arriviamo sulla strada che ci porterà, speriamo a Lubarika. E qui cominciano i problemi. Per tutta la notte era piovuto molto. Si cerca di trovare la pista giusta per non impantanarsi. Per qualche metro si riesce, poi le ruote cominciano a girare a vuoto.

E allora bisogna fermarsi e scendere, naturalmente, nel fango.

Si chiamano un po’ di persone e ci si consulta su da farsi. Qualcuno va a prendere delle tavole che verranno messe davanti alle ruote. Qualcun altro comincia gettare delle pietre per fare una base solida. Ma il fango non si stacca né dalle mani né dalle scarpe. Bisogna avere pazienza, confidando anche nel sole che è uscito dal suo letargo e che cominci davvero a lavorare per far seccare il terreno.

Si cominciano a posizionare le tavole sopra le pietre, immersi sempre nel fango. Poi, mentre qualcuno (c’era una ragazza tedesca che fotografava tutte le manovre), il povero autista in questione, comincia a tentare di andare avanti, tutti incoraggiano. Un piccolo metro si riesce a fare.

Ma poi, tutto si blocca. Altre tavole, altre pietre. Si va avanti per un bel po’.

Poi, come per incanto (quanto tempo era passato), la LandRover, con un balzo, riesce a prendere la direzione giusta e si arriva sulla terra dura. Era ora. Stanchi, sporchi, ma contenti, andiamo ad accarezzarla e viene accompagnata trionfalmente al villaggio. Tutti a lavarsi e a mangiare qualcosa. Si fanno gli incontri previsti e prima che cali il sole, che ha veramente fatto un buon lavoro, riprendiamo la strada del ritorno. Ormai tutto si era seccato e si va veloci.

Ci fermiamo un attimo a vedere gli alberi di caffè con le bacche rosse, quasi pronte per essere raccolte. E poi sulla grande strada si dà sfogo alla velocità. Insomma, anche questa sera avremo qualcosa da raccontare. La ragazza tedesca, testimone dell’avventura, la farà conoscere ai nostri amici. In Africa non ci si annoia mai. Dimenticavo: era rimasto un po’ di fango, sia sull’aiuto che su di noi.

Doccia per tutti e un bel bicchiere di thè ci fa riprendere le forze, insieme a un frullato di avocado e di maracuja. Buonissimo.



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