I Giovani, la fede e il discernimento vocazionale
“Chi ha incontrato veramente Cristo, deve annunciarlo”. (Novo millennio ineunte, 40)
In Ottobre 2018, convocato da Papa Francesco, si celebrerà il Sinodo dei Vescovi che avrà come tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Il percorso sinodale è cominciato con le riflessioni proposte nel Documento Preparatorio che include questionari – consultabili anche on line – per esplorare e conoscere le ambizioni, speranze e paure dei giovani. Facciamo notare che tutte le Conferenze episcopali del mondo sono state coinvolte nella preparazione dei questionari, diversi per ogni continente e inoltrati assieme al Documento preparatorio. Le risposte inviate costituiranno la base per la redazione dell’ Instrumentum laboris (che sarà pronto prima dell’estate 2018) e il punto di riferimento per la discussione dei padri sinodali.
Si capisce così come il prossimo Sinodo sia un’opera di evangelizzazione che si fonda su una esperienza di ascolto, quell’atteggiamento che noi missionari purtroppo pratichiamo molto poco.
È una metodologia che facilita la partecipazione attiva dei giovani, inclusi quelli cosiddetti “lontani” e appartenenti ad altre fedi.
Essa offre a tutti la possibilità di riconoscere nell’esperienza di vita di ogni persona il punto di partenza per un confronto alla pari, dove il terreno comune non sono le opinioni, ma le dinamiche più profonde della vita. Interrogandosi su come accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita, la Chiesa vuole chiedere a loro stessi di aiutarla a percepire e identificare la voce del Signore che risuona anche oggi.
«Come un tempo Samuele e Geremia, anche oggi ci sono giovani che sanno scorgere quei segni del nostro tempo che lo Spirito addita. Ascoltando le loro aspirazioni possiamo intravedere il mondo di domani che ci viene incontro e le vie che la Chiesa è chiamata a percorrere» (Documento preparatorio, Introduzione).
Da questo Sinodo, allora, non c’è da aspettarsi una semplice «riflessione pastorale», ma vie concrete che permettano di incontrare, accompagnare, prendersi cura di ogni giovane, nessuno escluso.
Chissà che questa metodologia possa illuminare e incoraggiare anche le nostre Pastorali giovanili e vocazionali. Ricordo che, nelle nostre Circoscrizioni, stiamo servendo – come parroci – quasi sessanta parrocchie.
A queste, dobbiamo aggiungerne altre con le quali collaboriamo attivamente in vari modi. Quante opportunità (e quante difficoltà…) per poter ri-mettere al centro i giovani, la fede e il discernimento vocazionale! Tutto questo dovrebbe stare molto a cuore a chi – come noi – è stato generato alla vita e alla fede e, per grazia di Dio, ha ricevuto il dono della vocazione.
Come missionari, cerchiamo di non cadere in quel piagnisteo da eterni adolescenti “innocenti”; quelli ai quali piace guardare dalla finestra ciò che accade (“balconeando”, direbbe Papa Francesco), lamentandosi continuamente e accusando di tutto “gli altri”. Così credono di mettere in pace le loro coscienze, rifiutandosi di riconoscere le proprie responsabilità e di assumere attivamente le difficoltà e le sfide che l’oggi di Dio ci presenta.
Fino a prova contraria, l’amore di Cristo ci spinge, non ci trattiene né ci fa ripiegare.
Ci auguriamo che durante quest’anno possiamo condividere riflessioni ed esperienze su i giovani, la fede e il discernimento vocazionale nelle nostre realtà missionarie, a partire dalla grande opportunità offertaci dall’evento del Sinodo 2018.
Buon lavoro.
P. Eugenio Pulcini, sx.