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Introduzione

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Il visitatore in sosta ammirata delle rovine del Foro Romano nei vicoli del Fontanone e Deserto, si ritrova improvvisamente davanti alla bianca facciata della chiesa di Santa Giulia, prestigioso Monastero Benedettino ora Museo. Subito il pensiero corre alla sorte dell' infelice Ermengarda (o Desiderata) " sparsa le trecce morbide "come nell' Adelchi del Manzoni, che morì in questo monacale ritiro accanto alla sorella badessa Ansberga, dopo il ripudio dello sposo Carlo Magno.

Mentre ammira la candida facciata rinascimentale su via G. Piamarta, si trova ai piedi di una scalinata in rapida ascesa per una chiesa dalla facciata di elegante semplicità, ornata di un mirabile portale rinascimentale.

Un cartello la indica come Chiesa di S. Cristo, denominazione inconsueta e strana al forestiero, ma familiare ai Bresciani, qualche volta confusa con la parrocchiale di Cristo Re in borgo Trento. Il nome esatto è Santo Corpo e Sangue di Cristo o del Corpus Domini: pare sia la prima chiesa al mondo esclusivamente dedicata all' Eucaristia.

Affrontata l'erta salita e varcata la soglia si è avvinti da muto e ammirato stupore, avvolti da una festa di figure e colori che si dispiegano dalle pareti al soffitto. Si percepisce all' istante di trovarsi di fronte a un ciclo pittorico di notevole vastità, un vero compendio di teologia popolare sul modello delle note "biblia pauperum" del Medioevo, un unicum a ragione definito la Cappella Sistina di Brescia: in effetti la volumetria dell'interno, il contro soffitto a costoloni con le pareti completamente affrescate e il motivo dominante del Giudizio Universale sull' arco trionfale fanno rimandare al più celebre capolavoro michelangiolesco.

 La chiesa e il relativo convento vennero costruiti a ridosso del Teatro Romano in pieno centro antico sull'area di due preesistenti edifici sacri ancora in sito nel XV secolo: la Chiesa di S. Pietro in Ripa, dove abitarono i monaci di S. Agostino e più tardi le canonichesse dello stesso Ordine. e la cappella di S. Bartolomeo.

La Repubblica di Venezia, saldamente installata nel territorio bresciano dopo la battaglia di Maclodio del 12 ottobre 1427, attraverso il vescovo riformatore Domenico de Dominici chiama a Brescia i Gesuati per curare le malattie della città, in particolare la peste, conseguenza delle lunghe guerre contro i Visconti di Milano.

Il papa Sisto IV nel 1474 concede S. Pietro in Ripa ai "Poveri di Gesù", come erano anche chiamati i religiosi, e la famiglia Martinengo Colleoni della Pallata contribuisce con 500 ducati d' oro, volendo fare di questa chiesa il luogo di sepoltura della casata.

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