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Lo Studentato Filosofico dei Missionari Saveriani di Jakarta ogni mese organizza un incontro di dialogo interreligioso. È di per sé ad uso interno, per i nostri studenti, però aperto ad alcuni amici interessati. E tra questi, c’è sempre un gruppetto di giovani della Ahmadiah (una specie di “setta” islamica, ritenuta “eretica”, minacciata e a volte perseguitata, sia in Pakistan dove è nata, sia qui in Indonesia). È stato facile allacciare un rapporto più stretto con essi.

E così dopo varie visite e controvisite, la settimana scorsa siamo andati ancora una volta ad incontrarli in uno dei loro centri, ad una ventina di chilometri da noi. Eravamo una diecina, tutti studenti del 4 anno di Filosofia: abbiamo giocato a futsal (tra l’altro: abbiamo vinto 11 a 9) poi siamo andati al loro centro dove abbiamo fraternizzato e chiuso con la cena insieme, al termine della quale hanno regalato ad ognuno di noi una maglietta con su scritto il loro motto: “Amore per tutti, odio per nessuno”. Dopo queste varie visite, si è ancora più rafforzata un’impressione forte di meraviglia, quasi di ammirazione.

Ci sono alcune cose che mi sembrano molto visibili in loro e che li fanno sentire particolarmente vicini a noi.

- La prima è la loro semplice e schietta fraternità, che appare sia nei rapporti tra i giovani sia tra questi e gli adulti della comunità. Forse perché sono una minoranza e per di più perseguitata, i loro rapporti sono visibilmente improntati a cordialità, pur unita a forme di rispetto un po’ formale per il nostro gusto occidentale (come per esempio il baciamano con i loro capi che, tuttavia, è comune nel mondo musulmano indonesiano). Il loro motto, espresso nella maglietta che ci hanno dato, è molto vicino a quello che spesso noi Saveriani usiamo qui in Indonesia: “Fare del mondo una famiglia”.

- Un’altra loro caratteristica è, come espresso dal loro motto, il perdono verso coloro che li maltrattano. La loro apertura nei confronti del Vangelo, li ha forse aiutati a vivere questa scelta. Uno dei loro capi, interrogato su chi è l’organizzatore o l’istigatore dei movimenti organizzati contro di loro, non ha voluto dire alcun nome! Non solo stigmatizzano la violenza fatta in nome della religione come un abominio, ma perdonano coloro che la rivolgono contro di loro.

- Una terza loro caratteristica è lo spirito missionario. Con molta schiettezza e un una punta di orgoglio ci dicevano dei vari tentativi e notevoli risultati ottenuti dalla loro propaganda religiosa specie in Europa. Alcuni dei nostri studenti hanno commentato: “Orca, questi ci battono come missionari!”

Forse per via di queste tre caratteristiche, noi Saveriani ci sentiamo particolarmente vicini a loro: abbiamo allacciato dei veri rapporti di stima e di amicizia. Ammirati dei loro valori “evangelici”, ci sentiamo stimolati a fare possibilmente meglio di loro. Vediamo in loro i frutti migliori di una fede animatrice della vita e certamente guidata dallo Spirito, visto i frutti che produce.

  • FRANCESCO MARINI.
  • Giakarta, 20 marzo 2014.


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