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Il 20 febbraio è scomparso a 82 anni padre Fernando Cardenal, gesuita, fratello minore del più noto monaco poeta nicaraguense, Ernesto, oggi novantunenne. Entrambi furono ministri durante il governo nato dalla rivoluzione sandinista, il più anziano alla guida di quello della Cultura dal 1979 al 1990, Fernando al vertice di quello dell’Educazione dal 1984, quando accettò l’incarico per tenere uniti i "due grandi amori" della sua vita:

“La mia fedeltà alla Chiesa come gesuita e sacerdote e la dedizione al servizio dei poveri del Nicaragua nella rivoluzione popolare sandinista”.

Per questo qualche mese dopo fu separato dalla Compagnia di Gesù, nella quale tuttavia fu riammesso, unico caso in cinque secoli, nel 1997 dopo un anno di noviziato. Da allora aveva diretto nel paese Fe y Alegria, un movimento di educazione popolare e promozione sociale di matrice gesuitica e rivolto ai ceti meno abbienti, dando così continuità al programma cui aveva legato il suo nome, la Cruzada nacional de albebetización da lui coordinata nel 1980, che in sei mesi aveva ridotto l’analfabetismo nel paese dal 51 al 13 per cento, ottenendo il riconoscimento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco).

Instancabile leader di proteste nonviolente a favore dei detenuti politici e sostenitore del Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln) durante la lotta contro la dittatura di Anastasio Somoza, la cui violenza denunciò nel 1976 davanti al Congresso degli Stati Uniti, si era allontanato dal partito alla metà degli anni ’90 denunciandone la deriva personalista e la corruzione di alcuni dirigenti.



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