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HELDER CAMARA E OSCAR ROMERO VISTI DA MARCELO BARROS

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Nonostante fossero le 17.30 di un sabato festivo c’erano almeno 80 persone il 2 giugno scorso al Salone Montini di Via Tosio a Brescia ad ascoltare l’intervista di Anselmo Palini a Marcelo Barros, benedettino, biblista, teologo della liberazione e scrittore, chiamato a raccontare di mons. Helder Camara, di cui fu segretario per la pastorale giovanile e l’ecumenismo.

Appassionato e denso il dialogo ha attraversato le analogie tra mons. Helder e mons. Oscar Romero, entrambi  profondamente cambiati durante il loro episcopato perché “capaci di ascoltare la voce di Dio attraverso la voce del popolo”. Entrambi capaci di conversione, quella per che per dom Halder   sarebbe la parola chiave per liberare crocifissi ed oppressi. La con-versione infatti, intesa per lo più  come chiamata individuale, sarebbe stata per lui un processo comunitario capace di cambiare gli  stili di vita, di  trovare altri modelli e altre possibilità rispetto a sistemi ingiusti e opprimenti.

Pressoché totale la sua adesione alla nonviolenza evangelica e la sua contrarietà alla lotta armata, perché sempre le armi sarebbero dalla parte degli oppressori, non fosse altro perché sono loro a produrle.

Potente in tale cornice la sua lettura del brano di Davide contro Golia, che con un’armatura non sarebbe riuscito neppure a muoversi ma con i soli strumenti a cui poteva accedere è stato in grado di vincere.  

Ancora moltissime le riflessioni e le sollecitazioni, in relazione alla teologia della liberazione, Papa Francesco, e tanto altro. Che forse un po' si potranno respirare sfogliando il testo che Marcelo Barros scrisse nel 2006, edito dal Gruppo Abele “Helder Camara. Il dono della profezia”.



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