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Guardare il mondo dalla stanza superiore!

Guardare il mondo dalla stanza superiore!

Anche quest’anno è arrivata la settimana degli esercizi spirituali, a San Pietro in Vincoli dal 06 novembre al 12 novembre 2017. La nostra comunità è stata accompagnata in questo momento dalla sorella saveriana Teresina Caffi che ci ha tenuti col fiato sospeso sulla figura di Elia.

Gli esercizi spirituali sono sempre un momento molto caro per la nostra vita, un tempo per ricaricare le risorse che ci aiutano nel cammino di religioso-missionario. Teresina ci ha fatti scoprire attraverso alcuni brani la vita di Elia. Vita che interpella. Dalle sue profonde parole e soprattutto connesse alla vita prendo spunto per quest’articolo:

L’indignazione

L'indignazionedavanti alle situazioni del mondo. Il testo ci mostra il profeta Elia indignato davanti al comportamento ingiusto del re Acab. Lui non resta indifferente. Lui agisce con tutte le sue forze per denunciare la condotta. E la sorella ci diceva che questo dovrebbe essere l’atteggiamento del consacrato o della consacrata nel mondo di oggi. Egli non dovrebbe mai rimanere insensibile davanti le situazioni allarmanti del mondo. Dovrebbe bruciare sempre in lui o in lei il senso d’indignazione: la compassione per ciò che succede nella società; che lo porta a dare il suo meglio per la diffusione del vangelo il quale ben inserito cambia le situazioni di vita e favorisce una vita dignitosa. l’indignazione non è solo un sentimento, è l’anima del profetismo. Il consacrato, chiamato alla profezia, non deve rassegnare di fronte alle situazioni, ma dare il suo tutto per cambiare poco sia la situazione presente nel suo campo di missione. Se lui non lo fa nessuno lo farà! Perché solo agendo cosi che dà senso al suo stile di vita.

La purezza di tutto ciò che il Signore ha creato

In uno degli episodi si presenta Elia che è nutrito da un corvo (1 Re 17, 6). È una cosa strana e sorprendente visto che il Corvo era considerato dagli ebrei un animale impuro. Il gesto del Signore ci interroga: quante corvi abbiamo o meglio che consideriamo di impuri nella nostra vita? Quante persone consideriamo di impuri o abbiamo messi degli etichetti d’impurità, dei pregiudizi su di loro? Quante volte come missionari abbiamo guardato una cultura con gli occhi di impurità, trattato la gente di una cultura con un sguardo indegno? La reazione di Elia, accettare mangiare il cibo portato dal corvo, ci mostra che niente è impuro davanti a Signore; e che una persona che guardiamo con gli occhi sporchi può avvolte salvarci. Più ancora, noi missionari che portiamo il vangelo dobbiamo cambiare lo quale atteggiamento ogni giorno. Se noi non lo facciamo predichiamo una cosa ma non il vangelo del nostro Signore Gesù Cristo.

La stanza superiore

Nel racconto è il luogo in cui Elia dormiva dalla vedova e dove fece il miracolo della guarigione del figlio di quella. La cosa che disse Teresina e che mi è piaciuta è il fatto di non essere una stanza fuori della città (fuori del mondo) ma una stanza dentro il mondo. Non solo un luogo ma un stato d’anima che ci porta a fare rendere nelle vicende del mondo la presenza di Dio. In concreto abitare la stanza superiore non è altro che vivere il quotidiano della nostra vita con intensità e con al centro Cristo. È guardare il mondo con gli occhi diversi, avere un orizzonte largo; essere specialista del Fango del Signore, essere degli angeli per i nostri fratelli, curare sempre le relazioni, non mancare mai di dare la focaccia della Fraternità.

Una sola parola mi viene per concludere questa condivisione: adesso tocca a me, a noi vivere nel quotidiano la ricchezza ricevuta dal signore mediante questo speciale momento di grazia che abbiamo potuto vivere.


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Pubblicato
18 Novembre 2017
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