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Una notte con il Congo RD che piange, lotta e spera

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Alla vigilia della visita di Papa Francesco alla città di Bologna

Incoraggiati dal Vescovo della Chiesa bolognese, accogliamo l’invito dei Vescovi congolesi a pregare, digiunare, vivere in “fraterna prossimità” con il popolo che soffre. 

Passeremo una notte con il popolo della Repubblica Democratica del Congo, accanto alle sue sofferenze, alle sue lotte non violente, alle sue speranze, per conoscerle, accoglierle in noi e sostenere il suo cammino con l’empatia umana e la preghiera. 

Ricco nel suolo, nel sottosuolo, e soprattutto nella calda umanità dei suoi abitanti, il popolo congolese non ha tuttavia mai conosciuto una vera pace nella giustizia

Uscito nel 1960 da un duro periodo coloniale, solo per un breve momento ha gustato il sogno di dignità e di giustizia, precipitando presto in una lunga dittatura che l’ha impoverito e umiliato. 

Appena stava cercando una via d’uscita nonviolenta verso la democrazia, ha subìto dal 1996 l’impatto di due violentissime guerre, orchestrate oltre frontiera, 

che, con una sequela non ancora terminata di violenze, hanno fatto più di sei milioni di morti, quasi tutti civili, vittime di massacri, fame, distruzioni e stupri usati come arma di guerra. 

Benché ancora afflitto dall’insicurezza, con entusiasmo il popolo congolese andò alle urne nel 2006 per eleggere il suo Presidente. In quell’anno approvò anche la sua nuova Costituzione, che prevedeva due soli mandati per il Capo dello Stato. 

Il secondo e ultimo mandato del Presidente Joseph Kabila è scaduto il 19 dicembre scorso, senza che fossero organizzate le elezioni e il Paese ha rischiato di cadere nel caos. 

I Vescovi hanno tentato una mediazione inclusiva di tutte le forze, giungendo all’accordo detto di S. Silvestro 2016. 

Ad oggi, però, la tensione resta alta e, a causa del non rispetto di quest’accordo, nessun appuntamento elettorale si profila ancora con precisione all’orizzonte. 

Il popolo conosce la fame aggravata da una svalutazione galoppante della moneta che quest’anno ha perso il 30% del suo valore. 

I salari della maggior parte della popolazione sono diventati infimi, mentre i politici altolocati nuotano nella ricchezza. 

La siccità, che ha colpito vaste zone dell’Est, ha trovato agricoltori abbandonati a loro stessi.  Tutto si paga: la scuola come la sanità e chi non ha mezzi non vi accede. La corruzione prosciuga le tasche della gente o la esclude dai suoi diritti. 

Di fronte a un piccolo nucleo di arricchiti, i quattro quinti degli 80 milioni di Congolesi vivono in situazione di estrema povertà; circa otto milioni di loro, secondo la FAO, sono alla fame. 

L’insicurezza è ancora alta, soprattutto nelle zone minerarie e agricole del Kivu, con rapimenti, uccisioni, distruzioni. 

Il banditismo prospera e una miriade di gruppi armati ottengono armi dal commercio illegale di minerali. Molte persone vengono rapite, e liberate solo su riscatto, il che spinge all’impoverimento famiglie già provate. 

Nonostante la presenza di circa 19mila militari dell’ONU e dell’esercito congolese, il territorio non è governato. 

Nel Kasai, che brucia dall’agosto 2016 per una ribellione durissimamente repressa, si contano oltre tremila uccisi e un milione e quattrocentomila sfollati. Secondo i calcoli dell’ONU, l’intero Paese conta circa quattro milioni di sfollati interni. 

Malgrado ciò, la popolazione resiste con tenacia, molti giovani in particolare. Benché in vari Paesi circostanti il Presidente sembri eternizzarsi al potere, il popolo congolese mantiene il sogno di una democrazia possibile, di una libertà possibile, di una giustizia possibile. 

Ha pagato e paga il suo coraggio di parlare, di sfilare, di denunciare, con le minacce, gli attentati, gli arresti e perfino la morte.  Ma resta indomito. 

Da parte nostra, vogliamo passare una notte con questo popolo. Per sapere, per partecipare, per includere nel nostro mondo un popolo la cui sofferenza ha anche radici lontane, che giungono fino a noi. 

Per questo, ci troveremo a Bologna, presso la Chiesa di San Benedetto, Via dell’Indipendenza 64, dalle 21h00 di sabato 30 settembre fino alle 6h00 di domenica 1° ottobre 2017. 

Tra le iniziative previste: testimonianze, interviste, video, canti, musica, preghiera. Una lettera sarà fatta pervenire personalmente a papa Francesco. 

Chi non potrà partecipare, potrà sempre trovare altri modi di stare accanto al Congo, attraverso iniziative personali o di gruppo. 

Rete Pace per il Congo 

in collaborazione con 

Diocesi di Bologna 

Centri Missionari Diocesani dell’Emilia Romagna 

Congolesi della diaspora 

Amici e amiche del Congo 

Per informazioni: 

Rete Pace per il Congo - Parma 

tel. 0521.314263 

cell. 329.40.220.15 (J. Damas) 

www.paceperilcongo.it 

info@paceperilcongo.it 

Rete Pace per il Congo presso associazione Solidarietà-Muungano onlus Strada G. Cavestro n. 16, località Vicomero 43056 Torrile (PR) www.paceperilcongo.it – info@paceperilcongo.it 



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