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Scrivo dall’Argentina, dove il 18 dicembre ho festeggiato il compleanno con mio fratello Mario: lo stesso giorno, lui ne ha compiuti 90 e io 72, grazie a Dio. Mario è emigrato in Argentina nel 1947, poco più che ventenne, subito dopo il matrimonio con Sonia, passata a vita eterna un anno fa. Ho gradito passare il Natale con il fratello, ora vedovo e con un braccio ingessato, per goderci un po’ di compagnia fraterna, in questo mio “anno giubilare”.

Dei 50 anni di vita saveriana (dal 1965 al 2015) non ho che da ringraziare Dio per la sua misericordia infinita. I primi sette anni li ho impiegati nello studio: un periodo interessante ed emozionante di scoperta e approfondimento dei temi teologici nel “tempo conciliare”, quando tutto doveva essere aggiornato secondo il nuovo spirito di apertura al mondo e alla missione.

Poi, 21 anni di vita in Bangladesh, una missione difficile ma entusiasmante. Qui ho imparato la paziente misericordia di Dio con me.

Ho dovuto ri-esaminare tutto quello che avevo cercato di apprendere, dai libri e dai formatori, alla luce di culture e di storie di vita a me prima ignote, o conosciute solo per… sentito dire.

In Bangladesh ho ammirato la misericordia di Dio con i più poveri ed esclusi, che però non perdono la speranza nella vita, e con i musulmani, la stragrande maggioranza, anch’essi profondamente amati da Dio e da lui ricercati per la salvezza.

Infine, a Brescia, al Centro saveriano di animazione missionaria (Csam), mi sono messo a servizio dell’animazione, soprattutto attraverso i mezzi di comunicazione. Pensavo a un periodo breve, di qualche anno. Invece, ho vissuto qui 22 anni continui, con varie mansioni. Tra queste, il lavoro nella redazione della nostra rivista “Missione Oggi”, con l’impegnativa lotta per la messa al bando delle mine anti-persona e la grande campagna sul debito pubblico nell’anno Santo del 2000. E poi dal 2002 a oggi, la direzione di “Missionari Saveriani”.

In questi ultimi 14 anni (dal 2002 al 2015), alla direzione di “Missionari Saveriani”, il Signore mi ha fatto tanti doni di grazia missionaria. Tra questi, l’intensa e continua corrispondenza con tutto il mondo missionario e, in particolar modo, con i nostri confratelli saveriani sparsi nei quattro continenti.

Questo mi ha permesso di tenermi costantemente “agganciato” alla missione che la nostra famiglia missionaria continua a svolgere nel mondo.

Ora è giunto il tempo per me di passare le consegne nelle mani di un confratello più giovane: padre Filippo Rota Martir, saveriano di origini bergamasche, con lunga esperienza nell’Amazzonia Brasiliana. Egli ha accettato volentieri di portare avanti questo importante impegno e bel servizio missionario, che collega i saveriani con tante lettrici e tanti lettori affezionati.

Al nuovo direttore i miei auguri sinceri, accompagnati dalla preghiera allo Spirito, per una rinnovata stagione di grazia missionaria.



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