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P. Codenotti: "Gesù è il migliore!"

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P. Claudio Codenotti è stato in vacanza nella sua Gussago. Lo abbiamo incontrato e l’abbiamo intervistato a quasi tre anni dalla sua ultima visita (settembre 2021), prima di ripartire per il Giappone.

Ti abbiamo lasciato che eri Superiore Regionale in scadenza, ora dove sei?
Sono al Centro Shinmeizan, dove già sono stato 30 anni fa all’inizio della mia esperienza missionaria per un periodo di 5 anni. Allora il Centro si chiamava Seimeizan, perché era la sede distaccata cattolica del tempio di Seimeizan. Abbiamo mantenuto un nome che lo richiamasse, ma diverso. “Seimeizan” significa tempio della vita; “Shinmeizan” è il tempio della vera vita… Un’intuizione di p. Franco Sottocornola che ne è il fondatore e l’anima anche attualmente. Già sarei dovuto approdare prima lì, ma i confratelli mi hanno eletto Superiore e quindi ho dovuto rinunciare. Ora era arrivato il momento giusto.

Cos’è lo Shinmeizan?
È un Centro di spiritualità e di dialogo interreligioso. È un luogo aperto all’incontro tra le religioni, ma anche a chi desidera condividere semplicemente la propria fede con persone di altre tradizioni religiose. E insieme possono pregare, confrontarsi, incoraggiarsi. Penso che la società giapponese abbia bisogno di presenze che testimonino una fede al servizio della comunità. Io offro la mia collaborazione per quello che posso.

Sei impegnato in altro?
L’istinto missionario mi ha portato anche a diventare parroco di due realtà che si trovano vicine a Shinmeizan, la cui città di riferimento è Nagomi Machi. Quindi, Centro di spiritualità sulla montagna, ma fortemente ancorato a terra, con le realtà cristiane e non cristiane.

Si avverte ancora il senso religioso?  
La situazione è peggiorata, in particolare con l’uccisione dell’ex Primo ministro, il cui omicida ha tirato in ballo l’influenza di alcune sette. In questo caso della chiesa di Moon che avrebbe rovinato lui e la sua famiglia, accusando l’ex premier di esserne coinvolto e compromesso (il governo sta approvando la legge in cui si prevede l’espulsione della chiesa di Moon dal Giappone). Questo ha accentuato la diffidenza nei confronti delle religioni. Se ci pensiamo, il solo termine chiesa (kyoukai) è spesso abbinato all’aggettivo cattolica. Per cui ora c’è rispetto, ma anche diffidenza, perché tutte le religioni sono considerate come enti alla ricerca di soldi e fondi.

Ma i Saveriani sono inseriti in un contesto più ampio…  
Sicuramente: scuole, asili nido, presenza con i poveri… Però spesso si segue la corrente del momento e anche a noi toccano certe dinamiche. E quindi dobbiamo stare attenti. Personalmente, ho evitato di pubblicare sul nostro giornalino l’elenco dei progetti missionari per non dare adito a polemiche.

I fronti di guerra nel mondo hanno eco?
Suscitano interesse e anche qualche iniziativa per la pace. C’è preoccupazione. L’informazione esiste, ma spesso è a senso unico. Non si va oltre le notizie ufficiali; tutto è bianco o nero e questo è strano per la cultura giapponese che non mette mai in contrasto e vede le sfumature. Però, storia, interessi e alleanze forse portano a questo modello precostituito.

L’ex superiore p. López Orozco, messicano, è stato eletto consigliere generale…
È stato uno shock all’inizio… Perché ogni componente è importante. Però lui stesso ha accettato, pensando che potrebbe nascere qualcosa di buono e magari facilitare certi orientamenti ed iniziative nei confronti dell’Asia, che dicono sarà il futuro della Chiesa. Del resto, siamo chiamati ad andare incontro a realtà che non conoscono Cristo, dove il cristiano è sempre più minoranza. E in Giappone c’è la libertà di farlo. Il missionario semina, alla raccolta ci penserà il Signore.

La difficoltà è quella numerica…
In Giappone la metà di noi Saveriani è sopra i 70 anni e c’è un seminario diocesano in tutto il Paese con forse 10 studenti. Ciò vuol dire che questa tendenza coinvolge tutta la realtà ecclesiale non solo i Saveriani. Anche noi missionari dobbiamo renderci conto che non possiamo fare tutto e che dobbiamo selezionare. La chiesa locale non si avvale solo dell’aiuto dei missionari europei, ma anche di quelli africani ed asiatici, coreani in particolare.

Bisogna rivedere qualcosa?
Penso che aprire nuove missioni non significhi togliere forze là dove ce n’è bisogno, ma è uno stimolo a rimanere vivaci e creativi, come accaduto con i Saveriani in Thailandia o in Marocco. C’è bisogno di novità, non possiamo restare arroccati ad uno stile vecchio. In Giappone, si sta aprendo la possibilità di insegnare nelle Scuole Superiori cattoliche, ma dove passano anche numerosi studenti non cristiani. È un’opportunità.

Quando un saveriano giapponese?       
Ci abbiamo provato, senza riuscirci. Sarebbe bello e anche l’ideale, ma dev’esserci un ritorno all’interesse religioso nel Paese e poi dipende dall’evoluzione della Chiesa cattolica. Non bisogna disperare mai. Le missionarie di Maria sono state più brave e sono sei attualmente le Saveriane.

Papa Francesco per i giapponesi…
Una voce profetica, spesso però ignorata, come succede anche qui. Nel novembre 2019 ha fatto una visita entusiasmante in Giappone, con tante proposte anche per i giovani, a tratti è stato addirittura provocante nel senso positivo del termine. Poi, dopo tre mesi, è arrivato il Covid che ha fatto grandi disastri in questo senso.

La tua Gussago?
Durante un’omelia per i bambini ho proiettato la traduzione di una canzone giapponese che dice “Gesù è il migliore”. Il parroco mi ha ringraziato. Ma io ho aggiunto “Gesù è il migliore, ma Gussago è sempre Gussago”. La missione è la mia nuova famiglia per cui nutro affetto, ma non mi dimentico delle mie radici. Sono accolto sempre bene. Ho ancora tanti amici che mi vogliono bene, anche se li ho lasciati quando avevo 10 anni. E ogni volta che ritorno è sempre festa, doverosamente dopo la Messa. Alcuni di loro non frequentano molto la chiesa, ma io li nomino chierichetti per l’occasione. Del resto, “non posso fare a meno di annunciare il Vangelo” ed io sono felice per questo.

Vuoi salutare i lettori?
Certo! E a tutti voi chiedo di pregare per il Giappone e per i Saveriani impegnati nella missione nella terra del Sol Levante.



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