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Antefatto. In preparazione a questo tempo sacro della Quaresima, lo scorso anno avevo scritto un pezzo ispirato a quel bel racconto che è il libro di Giona. Avventure e disavventure di questo personaggio inventato, prefigurano il modello e lo spirito di quel tempo che la Chiesa chiamerà Quaresima. Il racconto si sviluppa in due tempi.

Primo tempo. In estrema sintesi, il tambureggiante appello di Giona alla conversione, per un periodo di 40 giorni, viene coronato da uno strepitoso successo: l'intera città di Ninive, persone, animali e cose, dal re fino all'ultimo suddito, si trasformano da così a così. Le goffe peripezie, i tentativi di fuga, i mal di pancia di questo eroe per caso, sono narrate in questa novella con disarmante candore e legittima soddisfazione per l'esito finale. Questo è Giona, figura dell'Antico Testamento e costituisce il primo tempo del racconto. Sappiamo che esso avrà un grande successo nell'arte e nell'immaginario cristiano dei secoli successivi. Il fatto è che il protagonista, Giona, ci somiglia tremendamente e se Gesù stesso deciderà di sponsorizzarlo come modello, significa che non doveva essere poi così male.

Secondo tempo.  Al protagonista della novella, infatti, Gesù regalerà a nostro beneficio un secondo tempo nel Nuovo Testamento. Qui, ad una “generazione malvagia”, che chiede e pretende dei segni, Gesù risponde che non le sarà dato alcun segno, se non il “segno di Giona, il profeta” che “rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce”, così come anche “il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (Mt. 12,38-42). Non ci voleva molto perché la comunità cristiana vi leggesse l'allusione alla sepoltura e alla risurrezione di Gesù. La missione di Giona sviluppa un messaggio che va oltre, perché conduce, come propedeutico e necessario passaggio, al suo vero approdo, che è messaggio di vita. Giona, dopo essersi lasciato dietro il mare, simbolo di morte, viene scaraventato sulla terraferma, simbolo della vita. Da figura immaginaria, viene elevato al rango di profeta (sic) che prefigura una quaresima, passaggio pasquale dalla morte ad una vita in abbondanza.

Lo stesso episodio, ripreso dall'evangelista Luca, assume una possibile lettura diversa. Da segno, la vicenda di Giona diventa spia, ovvero sindrome di una malattia: la tentazione di scappare. Scrive Luca: “Nel giorno del giudizio gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona” (Lc. 11,29.32). La quaresima di Giona, così come viene evocata da Gesù, diventa un invito a non lasciarsi sfuggire l'occasione di convertirsi di fronte ad uno che di Giona è più grande. Buona Quaresima!



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