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Bangladesh, da 15 anni una donna al potere e tanto lavoro da fare…

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È al suo quinto mandato consecutivo la signora Hasina, dopo aver vinto le elezioni di domenica 7 gennaio. Un successo dato per scontato. L’opposizione ha boicottato le urne, ritenute non democratiche. Il partito di Hasina - Awami League - ha ottenuto 223 seggi sui 298 parlamentari, con un’affluenza di circa il 41% degli aventi diritto al voto. Il 95% dei vincitori appartiene al suo partito.

Nel nuovo Consiglio dei Ministri, composto di 45 membri, hanno perso il posto 30 colleghi, tra cui alcuni “pesi massimi” del precedente Governo, mentre 15 sono facce nuove. Si spera che le nuove scelte puntino a migliorare la situazione della popolazione povera e stremata. L’Agenzia “Trasparenza Internazionale” informa che ben 254 Parlamentari sono miliardari, per lo più businessman. La Prima Ministro ha affermato: “Le elezioni si sono svolte in modo trasparente, libero e neutrale, e nessuno può dire il contrario” (10.01.24). Di parere opposto sono tutti gli altri partiti (una ventina).

Osservatori internazionali hanno anch’essi espresso riserve, ma non tali da compromettere il modo e il risultato. Di fatto, la propaganda pre-elettorale è stata moderata, come anche l’esultanza per la vittoria e la protesta per la sconfitta. Il rogo al treno Benapole Express due giorni prima delle elezioni (l’ottavo attacco ai treni in due mesi), che aveva distrutto tre carrozze provocando morti e feriti, aveva fatto temere il peggio.
A parte le dichiarazioni ufficiali, il governo non ha saputo calmierare l’inflazione (8%) e l’aumento inarrestabile dei generi di prima necessità, incrementando di fatto la povertà di massa e favorendo l’indebitamento dei nuclei familiari.

Sultana Kamal, avvocato e attivista dei diritti umani, ha evidenziato la contraddizione. “Nonostante l’Awami League abbia dichiarato di aver governato secondo lo spirito della guerra di Liberazione (1971) e degli ideali del Padre della Patria - democrazia, rispetto della legalità, tolleranza zero contro la corruzione, rispetto dei diritti umani di tutti, creazione di una cultura sociale comune... - sembra che questi ideali siano scomparsi dall’agenda del partito al governo. La nazione è ormai divisa in due diverse società: quella dei super-ricchi e avvantaggiati e quella dei super-poveri disastrati” (Daily Star 11.01.24). L’onorevole Hasina lo sa e due giorni prima delle elezioni ha chiesto alla popolazione di “guardare ai loro errori e omissioni con occhio compassionevole... Se votate la barca, simbolo del nostro partito, e torniamo al potere, noi costruiremo un Paese sviluppato e prospero, uno smart Bangladesh!”.

Uno degli errori persistenti, su cui il governo non ha detto una parola è il rovinoso sistema scolastico “parallelo”. Gli insegnanti, pur ricevendo un salario dignitoso, non insegnano a scuola, ma in privato, nel “dopo scuola” a pagamento, costringendo i genitori ad indebitarsi per educare i figli. Lo stesso si può dire del sistema sanitario... Grande merito del governo sono le ammirevoli infrastrutture realizzate, specialmente nelle vie di comunicazione: ferrovie e strade, ponti e porti. Queste opere hanno però creato un consistente debito pubblico da sanare. Con cosa? I fondi raccolti con le rimesse dei cittadini dall’estero sono diminuiti e il tessile è in crisi, con ripetuti scioperi.

La Chiesa, piccola minoranza nel Paese, ha preferito il silenzio prudente e rispettoso, lasciando libertà di pensiero e di scelta. Anche di fronte a situazioni incresciose, come il Visto per i missionari e la disparità nei sussidi alle scuole e agli enti sanitari e di sviluppo, clero, religiosi e laici hanno seguito la linea del “pro bono pacis”. Una pace che serve e fa comodo a tutti. Ancor più se accompagnata dalla giustizia.



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