Skip to main content

LULA IN PRIGIONE / EMPASSE DELLA DEMOCRAZIA BRASILIANA?

Condividi su

L’arresto dell’ex presidente Lula, condannato in secondo grado a 12 anni di prigione con la surreale accusa di corruzione passiva per aver ricevuto come tangente un appartamento di cui non risultava proprietario e finito in carcere prima della sentenza definitiva, dice una cosa chiara: l’oligarchia economica brasiliana, oggi rappresentata più da una magistratura intrisa di cultura elitaria e dai grandi mass media in mano a poche famiglie che dagli screditati partiti politici di destra, non ha intenzione di cedere il controllo del governo riconquistato nel 2016 con la destituzione di Dilma Rousseff.

Lula, infatti, oltre a incarnare le speranze delle classi popolari brasiliane, al di là della moderazione delle politiche seguite dalle sue amministrazioni, era ampiamente in testa nei sondaggi per le presidenziali di ottobre, che ora rischiano di minare la legittimità della già pericolante democrazia del gigante latinoamericano.

D’altro canto, alla vigilia del verdetto con cui il Supremo Tribunale Federale ha respinto l’istanza di habeas corpus si sono fatti sentire anche i militari, proclamandosi alfieri della “lotta contro l’impunità”.

Un intervento che l’Istituto degli avvocati ha paragonato a “un ordine del giorno dei plumbei tempi della dittatura”.

In questo contesto risulta stonata l’accusa di “strumentalizzazione politica di un atto religioso” lanciata dall’arcivescovo di Sao Paulo, card. Odilo Scherer, contro la celebrazione ecumenica presieduta dal vescovo emerito di Blumenau, mons. Angelico Sandalo, davanti alla sede del Sindacato dei metalmeccanici dove si trovava l’ex capo dello Stato.



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito