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LA MARCIA DEI KAKI / UNO, DIECI, CENTO, MILLE… PASSI DI PACE

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Quest’anno il Comune di Castegnato ha organizzato la settima edizione del Festival dei Diritti, momento di riflessione, di attività, di pro-attività durante il quale la cittadinanza è invitata a riflettere sul tema in oggetto.

Da sempre oggetto di polemiche strumentali da parte di qualcuno, l’Amministrazione Comunale ha fatto proprio il motto coniato dal card. Carlo Maria Martini “Chi è orfano nella casa dei diritti, lo sarà anche in quella dei doveri”, ma da qui si parte, si ragiona, si discute, non sono ammessi sconti, quanto meno per chi abbia voglia e tempo da dedicare ad un tema sempre così cogente.

All’interno dell’edizione di quest’anno, è stata organizzata una camminata di pace al chiaro di luna,  in collaborazione con i comuni di Collebeato e Gussago, paesi attenti e spesso in prima linea circa i temi dell’accoglienza, della pace, del disarmo.

Un gruppetto di quindici castegnatesi, si è trasferito con mezzi pubblici a Collebeato, partenza prevista davanti al Municipio; ci siamo incontrati con un’altra decina di amici, in testa i sindaci dei due comuni.

Prima tappa, l’albero di kaki di seconda generazione sopravvissuto allo scoppio della bomba atomica in Giappone; successivamente ci si è mossi alla volta di Gussago, località San Rocco, attraversando il comune di Cellatica. Anche Gussago conserva una pianta di kaki da parecchi anni e piantumata sempre con l’auspicio che “non accada mai più”. Presso la chiesetta gussaghese, il curato don Mauro ha tenuto una breve ma sentita riflessione sul tema della pace, per la quale “nessuno può sentirsi escluso nel dare il proprio contributo”. Dopo un gradito e cordiale rinfresco, il gruppo formato ora da una cinquantina di persone, si è diretto a Castegnato passando dalle località di Ronco di Gussago, Padergnone e Rodengo Saiano.

A Castegnato la pianta di kaki ha compiuto dieci anni dal momento della sua piantumazione; l’abbiamo voluta celebrare così: con una camminata notturna nel corso della quale abbiamo pensato anche a Lei, alla fatica che avrà compiuto per sopravvivere all’inferno generato dalla scoppio dell’atomica. La mancanza di guerra richiede fatica se la si vuole mantenere e soprattutto ci si deve impegnare per fare in modo che non ritorni: la pace non è una condizione permanente, anzi, probabilmente è una condizione temporanea che necessita fatica, sudore e tanta capacità di sognare.



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