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I VESCOVI CONGOLESI CONTRO L’ESCLUSIONE DI MOISE KATUMBI

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Dopo la sua Assemblea annuale, in occasione della scadenza dell’iscrizione nel registro elettorale delle candidature per le elezioni presidenziali e legislative del 23 dicembre 2018, la Cenco (Conferenza episcopale nazionale del Congo) ha pubblicato un appello (6 agosto 2018), auspicando elezioni inclusive e pacifiche. I vescovi sono convinti che solo elezioni credibili, trasparenti ed inclusive, possano risolvere la crisi attuale del paese. Inoltre, si propongono come garanti degli Accordi di S. Silvestro e, in virtù della loro missione profetica, come sentinelle delle coscienze. I vescovi incoraggiano e seguono molto da vicino il processo elettorale.

Al momento dell’iscrizione delle candidature, tappa decisiva del processo elettorale, la Cenco si felicita con la Ceni (Commissione elettorale nazionale indipendente), con le autorità del paese e con i politici per gli sforzi fatti; auspica che il processo elettorale continui fedele alla Costituzione e agli Accordi di S. Silvestro e sia aperto a tutti i candidati, che ne rispettano le condizioni, affinché tutto si concluda in pace. La Cenco esprime comunque la sua preoccupazione di fronte alla volontà, ostentata da coloro che sono al potere, di escludere alcuni candidati alla presidenza della repubblica. A questo proposito, la Cenco si dice afflitta per la sorte inaccettabile riservata a Moise Katumbi, cittadino congolese, cui le autorità negano il rientro in patria. Secondo gli Accordi di S. Silvestro, tale trattamento segregazionista non si giustifica in alcun modo, anche perché può avere conseguenze disastrose, assolutamente da evitare.

È dovere dei pastori, dichiarano i vescovi, prevenire i responsabili del paese. Citando poi la Costituzione, i vescovi ricordano che “nessun congolese può essere espulso dal territorio della repubblica, né essere obbligato all’esilio, né essere forzato ad abitare fuori della propria residenza abituale” (art. 30, & 2). La Costituzione non dovrebbe essere violata, né arbitrariamente trasgredita con qualsivoglia pretesto. Un tale comportamento è un tradimento intollerabile della Costituzione.

La Cenco esorta caldamente le autorità a ritornare sulla loro decisione, lasciando rientrare Moise Katumbi per iscrivere la propria candidatura. La vera battaglia da fare è quella elettorale, nel rispetto dei diritti di tutti e di ognuno, pacificamente, offrendo a tutti le medesime possibilità. La credibilità dello scrutinio deve pagare questo prezzo, perché un’autentica democrazia non sceglie i propri avversari politici. È compito della Ceni stabilire la validità o meno di una candidatura. Mantenere la decisione di escludere Moise Katumbi è un grande passo indietro per la democrazia.

La Cenco, infine, deplora e condanna la violenza, soprattutto alla frontiera con lo Zambia, nella località di Kasumbalesa. È da lì che Moise Katumbi, uomo d’affari ed ex governatore della regione del Katanga, sarebbe dovuto rientrare nel paese per iscriversi come candidato alle presidenziali, come ha fatto Jean-Pierre Bemba, rientrato la settimana scorsa dalla prigionia dell’Aja.



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