Siamo ormai prossimi ad una delle scadenze più importanti delle elezioni presidenziali e provinciali del Congo RD, previste il 28 dicembre 2018. Il 25 giugno, infatti, è l’ultima data utile per depositare le candidature elettorali ai diversi livelli. Ma, secondo un giornale della capitale Kinshasa, Le Potentiel, del 18 giugno scorso, sarebbe in corso un’ondata di arresti e dimissioni di membri della cellula informatica della Ceni (Commissione elettorale nazionale indipendente).
Cosa sta succedendo?
L’ostilità alla macchina elettorale si sta facendo sentire fino ai vertici informatici della Ceni. Il direttore del dipartimento informatico, Jonathan Mavinga Seke, è stato accusato di tradimento per aver notificato agli americani, in un suo viaggio negli Usa, i “segreti” della macchina elettorale e aver cosi spinto il governo americano a mettere pressione sul governo sud-coreano affinché la fabbrica Miru system rinunci alla vendita della sua tecnologia alla Ceni. Il responsabile informatico avrebbe dato le dimissioni e si troverebbe attualmente fuori del Congo RD, in una capitale africana sulla via dell’esilio verso gli Usa. Con lui, altri due responsabili sarebbero stati dimessi.
Le notizie filtrano in modo frammentario, ma non è difficile capire che si stia tramando qualcosa in seno della centrale elettorale.
Secondo indiscrezioni raccolte dallo stesso giornale nei corridoi della Ceni, era stato domandato agli agenti informatici di programmare la macchina elettorale secondo procedure predisposte per la falsificazioni dei risultati del voto. I tecnici in questione avrebbero rifiutato di ottemperare alla partecipazione alla frode. Chi non è fuggito è stato arrestato e si trova ora sotto inchiesta.
Questo “incidente” di percorso avrà sicuramente delle ripercussioni sul processo elettorale in corso. Ci si chiede se il progetto della “macchina elettorale” continuerà malgrado tutte le opposizioni oppure se le elezioni si svolgeranno con il metodo tradizionale manuale. La frode nel metodo tradizionale diventa sempre più difficile da realizzare a causa degli osservatori interni che saranno inviati nei diversi seggi. Gran parte di questi osservatori avevano già seguito una formazione ad hoc animata dalla Chiesa cattolica e radicata nella Dottrina sociale della Chiesa. Avevano anche già denunciato le frodi constatate nelle altre elezioni.
L’esperienza acquisita sarà messa a buon frutto se il metodo resterà quello tradizionale.
